Marx: ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni
Una società senza classi è un esperimento storicamente ipotizzato e formalmente realizzato più volte. In essa potrebbe emergere un senso d’insoddisfazione per i suoi componenti, colpiti dal serio problema di non veder considerata la propria individualità.
Un formicaio è da sempre metafora di un’organizzazione complessa. Il contesto dell’enorme Central Park di New York non fa eccezione, anche per il senso d’insoddisfazione che il lavoro comporta, in una società degli insetti più che mai antropomorfa. Il protagonista è Z, e si sente estremamente insignificante, a ben vedere anche il dialogo coi suoi conoscenti e con uno psicanalista ne sono riprova: cosa ne è dei suoi desideri, dei suoi bisogni?
Il formicaio è un consorzio rigidamente predeterminato, in cui c’è spazio anche per sporadiche amicizie, come quella col forzuto Weaver, ma tutte le regole sembrano essere quelle di un gioco già noto. Non c’è nessuna forma di mobilità sociale: si nasce già soldato oppure operaio e questa designazione viene fatta mentre si è ancora in fasce.
In fondo questo elemento è comune tanto al periodo storico del feudalesimo quanto a quello del mondo propriamente capitalista: i ruoli sociali non possono essere mutati. Quello che maggiormente aggrava il senso d’oppressione che Z vive è l’impostazione di un rigido sistema nel quale anche ogni forma di tempo libero è collegata a meccanismi di produzione: nelle aree di svago e ristoro capeggia la scritta “Freetime is for training”, insomma non ci si può mai davvero rilassare né sognare un mondo diverso. A breve, Z prenderà una decisione che venne suggerita anche da un noto filosofo. Lottare per i diritti di tutti i lavoratori: questo è quello che Marx riteneva essere l’unico sistema per superare le distinzioni e le discriminazioni. La scelta di combattere non solo per i propri diritti ma anche per quelli altrui è quella che prenderà il nostro protagonista, insetto triste e nervoso nella sua vita di operaio. Dopo esser l’unico sopravvissuto sul campo di battaglia in una guerra contro le termiti, si reca in un luogo che è quello che Marx desiderava realizzare. Una società senza classi, dove il lavoro intellettuale è equiparato a quello fisico come descritto nella Critica del programma di Gotha. Il posto ha un nome che è tutto un programma: Insettopia.
Qui non manca mai il cibo ed ognuno svolge il proprio compito in modo sereno, senza che occorrano soldi e che vi siano asimmetrie di guadagno. Significativo è anche l’amore tra Z e la principessa Bala. Il nostro spasimante supera il rifiuto iniziale di lei anche grazie all’annullamento delle classi sociali. In effetti né in epoca medievale né in pieno capitalismo nobili e servi della gleba come capitalisti e proletari possono sognare un amore condiviso. Nel film d’animazione di pronuncia la frase di Marx “realizzare il Paradiso in terra”, ambizione che deriva dalla lotta che Z ha messo in atto per i diritti dei suoi simili. Ma la colonia delle formiche a New York non ha la stessa fortuna. Forse bisognerà tornare a fare la rivoluzione anche per quei lavoratori. Marx è convinto proprio di questo. Non importa che un singolo Paese abbia realizzato il comunismo, esso deve diventare il modo di gestire i rapporti tra i lavoratori di tutto il mondo. Dopo aver sconfitto il generale Mandibola, feroce nemico e dittatore che priva dei più elementari diritti le formiche, Z può sentirsi realizzato. Ora il nuovo governo coinvolge davvero tutte le formiche in una forma di Stato comunista, che dà valore a tutti i suoi membri, destinando loro quanto più gli occorra per essere felici anche individualmente. Z ha concretizzato il motto marxiano “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”.
Potrà pensare ad una vita con la sua amata compagna Bala ed è tornato a fare l’operaio, perché ha finalmente raggiunto il sogno di rendere felici tutti e sé stesso in egual modo. Scomparsa la rigida divisione del lavoro, scompare anche la distinzione tra mansioni di natura fisica ed attività di natura intellettuale e dirigenziale, dove le seconde forme d’impiego venivano meglio retribuite e socialmente ritenute migliori.
Z si rende conto che la mobilità professionale è inutile. Semplicemente è stato meglio concepire un mondo dove ognuno vive secondo le proprie capacità ed è soddisfatto nei propri bisogni. Ora fare l’operaio non è una costrizione, ma una collocazione professionale, che è frutto del mix di una sua scelta individuale immersa in una società collettiva.
PARERGA E PARALIPOMENA
Gli amori impossibili
L’ostilità in ambito sentimentale dovrebbe essere solo un fattore interno ad una coppia, senza interferenze. Se non si sta bene insieme, se non si prova un sentimento autentico, c’è poco da fare, ed un legame che vorrebbe dirsi autentico non si genera spontaneamente. Ma quello che rende talvolta irrealizzabile l’amore è la sua impossibilità dettata da fattori esterni. La differenza di reddito, di classe sociale, di lingua, di cultura possono essere un problema molto relativo per chi crede nel valore dei sentimenti, ma assoluto nell’universo che circonda i due potenziali partner. I disguidi, le incomprensioni, le asimmetrie sono notate da chi si accompagna profondamente alla vita dei due spasimanti. Persino un look o un aspetto fisico ritenuto non proporzionato è visto come motivo di contrasto e di insanabile risoluzione. Il danno più grave a chi vuol essere libero di amare è quello che è cagionato dalla proiezione extra emotiva e sentimentale di chi assiste dall’esterno ad una sorta di rappresentazione, di codice di un rapporto a due. Tutto dovrà essere legato ad una chimica, nella quale anche vestiario, statura, età, armonia del volto e qualità dello sguardo vanno armonizzati e sono un parametro di giudizio vincolante. Quando Magritte dipinse Gli amanti, pensò profondamente alle possibili forme di ostacolo di un legame, coprendo con un drappo bianco il volto dei suoi due amanti che si toccano con le guance. Un bacio coperto da un tessuto. Probabilmente una citazione del tragico suicidio della madre, trovata cadavere dopo essersi tolta la vita, annegata e con la testa avvolta nella propria camicia da notte in un fiume. Quel tessuto bianco è forse l’unico vero impedimento legittimo ed assoluto per la realizzazione di un rapporto sentimentale: la morte. Soltanto essa rende impossibile un legame, lo rende muto per sempre, ecco il grande messaggio di Magritte che crede profondamente nel dialogo, anche in quello che gesti e semplici emissioni di fiato possono trasmettere. Per essi non vi è alcuna censura se non la fine della vita.
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Scheda del film
Regia
Eric Darnell e Tim Johnson
Titolo originale
Antz
Altri titoli
Z la formica
Durata
83 minuti
Genere
Animazione, commedia, avventura
Data di uscita
1998
Dettagli dell’opera
Titolo
Gli Amanti
Autore
René Magritte
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1928
Ubicazione