Le Antilogie di Protagora
Le tecniche del mondo del giornalismo, le abilità retoriche di un avvocato in un tribunale e tante professioni che richiedono l’abilità di saper parlare in pubblico hanno un’origine nella filosofia antica.
Questo film appare come un divertente spaccato del capitalismo americano ed apre la porta ad una figura che non esiste nell’ordinamento giuridico ed economico europeo: il lobbista. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti del portavoce, il giornalista di un ente o di un politico che ne difende mediaticamente gli interessi, ma non è esattamente la stessa figura.
Nick Naylor è bello, elegante, forbito. Ha una vita privata scandita dai suoi accordi prematrimoniali: divorziato, vede il figlio solo di sabato. Viene pagato da una multinazionale dei tabacchi per parlare, o meglio per difenderla anche su posizioni indifendibili.
Nei talk show dove si parla del cancro nei bambini come derivato dal fumo passivo di sigaretta sembrerebbe non esservi scampo, eppure Nick non è mai soccombente.
Può sbottonarsi solo nei pranzi in una tavola calda con degli illustri colleghi, a loro volta difensori di aziende che mettono in commercio cibo spazzatura ed armi da fuoco.
Unici scampoli della sua vita da padre e da educatore sono i rapporti col figlio Joey, un ragazzino intelligente e curioso come il padre, di cui non comprende esattamente la professione nei dialoghi al luna park o nel giorno in cui si presenta il lavoro dei genitori a scuola.
Tutto sembra crollare addosso a Nick Naylor quando una scaltra giornalista ne smaschera la natura capziosa ed in malafede, spiattellando cosa è davvero un lobbista del tabacco.
Nick ha due abilità in una: da un lato trasforma l’audace reporter in una Messalina che lo ha sedotto con l’inganno e dall’altro esce dal mondo dei produttori di sigarette con un tempismo perfetto. Di lì a poco tutti quelli che faranno causa a coloro che hanno prodotto danni alla loro salute senza preavvertirli avranno un tribunale a fissare torto e ragione.
Ora Nick ha cambiato lavoro, o meglio ha fatto una mutazione non sostanziale. In realtà insegna alle persone a parlare ed argomentare.
Il sogno americano consentirebbe a tutti quelli che hanno una spiccata abilità di poterla mettere a frutto e di potervi anche lucrare.
Anche saper parlare rientra tra le abilità possibili.
Protagora ci aveva già pensato quando propose ai propri studenti di retorica le sue Antilogie, i discorsi doppi o contrapposti, che trovano una sottile analisi all’interno di diverse scene di Thank you for smoking.
Anzitutto è bene ricordare che una valenza etica alle Antilogie è stata attribuita nelle invettive alla Sofistica che da Platone in poi hanno visto nel parlare solo uno strumento orientato al male. In realtà, lo scopo protagoreo era quello di raffinare una tecnica, di migliorare la capacità di un ragionamento critico. È solo l’arte eristica del linguaggio ad essere negativamente affabulatoria e ad essere stata usata per la persuasione verso scopi come il raggiro, la truffa e la distorsione della verità. Tutto il film non demonizza il capitalismo e non è basato sul fumo di sigaretta, quanto sulla capacità di concretizzare un’abilità e di sviluppare un’arte di ottenere ragione tramite discorsi. Naylor comprende questo proprio nella scena finale del film, quando fonda una società di public speaking senza alcuna funzione difensiva legata alla parola.
Quando Joey va in uno dei sabato da trascorrere col padre al luna park, rinnova la richiesta di che tipo di lavoro svolga Nick. Ne viene fuori un intelligente esempio legato alla difesa del gusto alla vaniglia o di quello al cioccolato del gelato. Qual è il miglior gelato? Nick la mette sul piano della libertà: per lui la cioccolata, difesa dal figlio, non è necessariamente il miglior gusto, lui vuole poter scegliere. Quando il figlio gli obietta che non stavano parlando di libertà e non è stato dimostrato che il padre abbia ragione, Nick replica che lui è pagato per dimostrare che gli altri abbiano torto, e se questi hanno torto, in modo transitivo lui ha ragione. Inoltre, il suo obiettivo è il pubblico, non la controparte con cui sta argomentando.
È il famoso argumentum ad hominem, fallace logicamente, ma che allena il retore a spostare il baricentro della conversazione verso qualcosa che non c’entra, che non è nel merito del discorso. In realtà, Naylor e Protagora ci stanno offrendo un modo per difenderci dai cattivi interlocutori e non solo per trarre vantaggio dal prossimo con la parola. Altri casi di argomentazione antilogica sono evidenti quando Nick Naylor parla in tv in una trasmissione con bambini sottoposti a chemioterapia o nell’occasione in cui è invitato a parlare del suo lavoro nella classe del figlio.
In entrambe i casi, insiste sul fatto che non vi sono studi scientifici precisi sui danni legati al fumo e che se anche i genitori ci dicono di non fumare certo, è un bene ascoltarli, ma se non sono medici o ricercatori scientifici non rappresentano un parere autorevole. Nick è ancor più credibile quando sostiene che se il figlio gli chiedesse di iniziare a fumare, sarebbe lui stesso ad acquistargli il primo pacchetto di sigarette.
Parerga e Paralipomena
La retorica ed il logos horthótatos
Parlare significa fare opera di persuasione. Discutere di fronte ad un pubblico vuol dire generare proseliti ed approvazioni diffuse. L’età di Pericle è la concreta origine di questa arte, per la prima volta una virtù è insegnabile ed i giovani di tutta la Grecia accorrono ad Atene per apprenderla. Tutti conoscono Protagora come il padre del relativismo. Nelle sue Antilogie risiede anche un altro caposaldo teorico che condivide con il proprio collega Prodico: il logos horthótatos. Un discorso è rafforzato dalla capacità non solo di riuscire a sostenere anche la tesi diametralmente opposta a quella che si vorrebbe dimostrare, ma anche nell’essere rigorosi, nel cercare una definizione sempre più ristretta e precisa per ogni concetto, con uno schematismo valido a prescindere dall’argomento trattato. Questa tecnica sconfina anche in altre epoche storiche. Su tutte come non pensare all’apporto retorico nell’ambito della Rivoluzione francese? Se il popolo è libero di ascoltare ed i retori di parlare, la necessità di una rigorosa scienza della persuasione linguistica diventa un caposaldo, ma deve sempre fare i conti con l’impianto negativo che una visione morale dell’uso delle parole ci propone. Non a caso, raramente abbiamo visto San Paolo raffigurato in pose e gestualità retoriche. Più che mai è il protagonista dei primi atti della comunità cristiana assieme a San Pietro ed è rappresentato sui sepolcri delle catacombe o nel momento del suo martirio per decapitazione. Immaginare, prima del Rinascimento, San Paolo esperto nell’uso delle parole era un fatto secondario: il valore del convincimento dei suoi discorsi risiedeva nella parola di Dio, e non in una personale abilità, sia pur conferita dall’alto. Ora la sua predica al popolo ateniese è un’esaltazione dell’uso del corpo e del valore retorico delle sue parole in uno dei dieci arazzi di Raffaello, che hanno come tema prevalente la retorica.
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Scheda del film
Regia
Jason Reitman
Titolo originale
Thank you for smoking
Durata
92 minuti
Genere
Commedia, drammatico
Data di uscita
1 Settembre 2006
Dettagli dell’opera
Titolo
Predica di san Paolo
Autore
Raffaello Sanzio
Tecnica
Tempera su carta
Realizzata nel
1515/1516
Ubicazione