Metafisica o fisica sperimentale?
Quale approccio è più utile per spiegare la realtà? Spesso la scienza viene letta come spiegazione dei fenomeni, ma la filosofia ha molto insistito su come il suo valore debba essere quello della descrizione della realtà in modo non assoluto ed in continuo dialogo tra posizioni divergenti.
Sembrano sue folli che si confrontano sul senso della vita e che vanno avanti con battute strampalate su di un copione shakespeariano con un esito mai scontato. Sono Rosencrantz e Guildenstern, due cari amici di Amleto che appaiono interessati a questioni esistenziali e si fanno guidare nel loro percorso di vita dal lancio di una moneta. Ma un film si dimostra avvincente quando mette in campo una formula a metà strada tra recitazioni improvvisate e colpi di teatro. Infatti, la vicenda che viene narrata è ricca di imprevedibili spunti tratti dalla storia del pensiero occidentale, dalla disamina della Dottrina del libero arbitrio alla Teoria dei giochi. Colpisce un tema forte e presente in più scene, come se si trattasse di dialoghi tratti da un unico atto, su cui i protagonisti dibattono: quello degli esperimenti scientifici. Particolarmente significativo è il momento in cui Rosencrantz mostra a Guildenstern una sequenza di cinque vasi di terracotta che sono stati riempiti con delle granaglie e che sono appesi a breve distanza tra loro, come le sfere metalliche del pendolo di Newton.
L’intento del grande scienziato britannico era quello di dimostrare come l’urto originato dal moto iniziale di una delle sfere dovrebbe trasferire energia cinetica, ma il primo vaso, azionato da Rosencrantz, si rompe. Segue così una serie di ironiche constatazioni del fallimento sperimentale di Rosencrantz da parte di Guildenstern. Allo stesso modo, in un’altra scena, Rosencrantz lascia cadere nello stesso momento un sasso ed una piuma, simulando l’esperimento sulla caduta dei gravi di Galileo, ma non riesce a convincere con un’evidenza empirica Guildenstern del fatto che, in assenza di attrito dell’aria, i copri cadono tutti in modo uniformemente accelerato.
Così la legge di gravitazione universale, il moto di una carrucola e la costruzione di una macchina a vapore fanno tutti parte delle esperienze scientifiche che sono rappresentate in questa divertente commedia e che saranno dimostrate sperimentalmente nei decenni successivi. Il problema filosofico sotteso è ben noto da secoli ed i due protagonisti del film sembrano essere coloro i quali prendono le parti di due diverse letture della spiegazione scientifica del movimento. Da un lato c’è Rosencrantz. Simbolo di una visione innovativa della fisica rispetto alla tradizione del mondo antico.
La sua scienza è sperimentale e poggia sull’osservazione del mondo, sulle ipotesi, sulle leggi matematiche e sulla riproduzione come conferma di un metodo tanto razionale quanto empirico: è l’impostazione di Galileo. Guildenstern è invece sostenitore della logica che il movimento ha una causa prima, come ogni fenomeno legato al divenire. Una volta individuatane l’origine, sarà semplice la concatenazione cinetica che ne consegue. Non importa che la discussione poggi sui pianeti come componenti dell’universo o su dei piccoli vasi che si frantumano. Questa è l’impostazione metafisica del divenire del mondo cara ad Aristotele. Rosencrantz e Guildenstern parlano tra loro come se non si fossero mai visti prima. Questo non solo perché rappresentano una sorta di modello universale di recitazione, ma anche perché vogliono simulare due scienziati che spersonalizzano le proprie conversazioni a vantaggio dell’enunciazione di una teoria.
Il duello tra i due amici e contendenti è continuo e sfocia nel divertimento degli spettatori, mai annoiati dalle dispute, poiché in ballo non c’è il valore scientifico ma l’alta speculazione delle discussioni, proprio come quando si combatte logicamente e non con racchette e palline in un’improvvisata partita a tennis fatta di parole.
PARERGA E PARALIPOMENA
La scienza come la moda
Essere eleganti, al passo coi propri tempi, inclini ad uno stile personale, avulso dalla massificazione, che non disdegni però il confronto con altri uomini di stile e che venga universalmente compreso. L’alta moda presenta questa accezione: non solo stupire ed innovare, ma anche proporsi come un qualcosa che tutti possano ritenere oggetto di stupore ma anche riconoscibile in termini di grande pubblico. La scienza non è da meno e presenta numerose analogie con questa accezione. Al di là di formule e teoremi, un uomo colto e innovativo vuole divulgare in modo semplice le scoperte che ha messo in atto, con la speranza che il mondo sia pronto a recepirle e comprenderle. Se da sempre un umanista è pronto al confronto ed al cambiamento di posizione concettuale nel dialogo coi proprio contemporanei, uno scienziato non ha mai fatto caso al fatto che questo accade in modo paritetico anche alla propria struttura, non solo mentale ma anche espositiva. In sintesi: se il mondo non è pronto, non condivide, non comprende quanto valore ci sia in una scoperta, questa sarà meglio accetta solo nei secoli successivi, proprio come qualcosa che non è alla moda perché non è commisurata o aderente al tempo storico in cui la si propone. Anche passeggiare con un magnifico cappotto di cashmere in pieno agosto è fuori luogo e fuori tempo, pur presentando pregio e qualità del capo d’abbigliamento. Basterà attendere solo il cambio di stagione per non essere derisi. In modo strategico, grandi politici e governanti vollero sempre essere prontamente informati di quanto stava rapidamente cambiando il mondo attorno a loro e di quali fossero le invenzioni più alla moda. Come non ricordare che Alessandro Volta volle mostrare a Napoleone Bonaparte la sua pila elettrica? Come svincolare l’ambizione creativa di Leonardo dai suoi studi sulle macchine da guerra e sulle strutture difensive di Milano all’epoca degli Sforza? Come non pensare a Galileo che mostra il cannocchiale al doge di Venezia? In fondo la Serenissima non poteva non essere alla moda e doveva guardare avanti per essere sempre commercialmente al passo coi tempi.
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Scheda del film
Regia
Tom Stoppard
Titolo originale
Rosencrantz & Guildenstern Are Dead
Altri titoli
Rosencrantz & Guildenstern sono morti
Durata
117 minuti
Genere
Drammatico, commedia, grottesco
Data di uscita
1990
Dettagli dell’opera
Titolo
Galileo Galilei mostra l’invenzione del cannocchiale al doge di Venezia
Autore
Giuseppe Bertini
Tecnica
Affresco
Realizzata nel
1859
Ubicazione