Il tempo secondo il giovane Heidegger
Presente, passato futuro sono dimensioni temporali che non consentono un totale inquadramento del tempo. Per comprenderne il significato, la sola accezione cronologica non basta, specie rispetto ad eventi significativi ed al pensiero rivolto all’eternità.
Negli anni Ottanta i teenager di tutto il mondo si sono sentiti almeno una volta Marty Mc Fly. Con quei jeans alla moda e quelle originalissime scarpe da basket auto allacciantesi, hanno sognato lo skateboard che volava o la sua Delorean che poteva viaggiare nel tempo.
Sì, ma di quale tempo stiamo parlando? Nei primi due episodi della trilogia, la visione temporale è più che mai vicina a quella che la filosofia antica conosceva, nelle originali interpretazioni di un altro Martin, ma stavolta tedesco e che di cognome fa Heidegger. Non ancora totalmente distaccatosi da Edmund Husserl, del quale è ancora assistente, Heidegger è sicuro del fatto che quando parliamo di tempo dobbiamo riferirci a tre dimensioni, che non sono passato, presente e futuro. I termini, che i Greci ben conoscevano sono Aiòn, Kronos e Kairos. Parliamo dello scritto giovanile “Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele”, uscito nel 1922, dove la tesi sostenuta è che ogni vera visione del tempo risiede nel suo essere potenziale, nel suo poter essere qualcosa, ma non necessariamente tale. In Ritorno al futuro parte prima e seconda, queste tre letture del tempo sono ben evidenti. Marty Mc Fly passa dal 1955 al 1985 per spingersi sino al 2015.
È perfettamente consapevole di questo sfasamento del Kronos, del tempo cronologico, quello del “figlio che divora il padre”, del futuro che ha poco a che fare con presente e passato. Il tempo dell’orologio di Hill Valley gli è ben noto. Deve fare in modo che il padre e la madre s’incontrino al ballo di fine anno “incanto sotto il mare”, deve impedire che Biff Tannen gli possa sabotare la vita e persino evitare un improbabile, per così dire, momento potenzialmente incestuoso con la futura madre invaghitasi di lui in un ipotetico 1955.
Ma la linea cronologica è anche notevolmente influenzata da una serie di avvenimenti che potrebbero segnare una nuova era. Come accade a chi ritiene che una certa data designi un’epoca nuova, da cui conteggiare nuovamente il tempo come Kairos. Si pensi alla nascita di Cristo, all’Egira di Maometto, all’anno Mille, allo scoppio della Rivoluzione francese, all’esplosione della bomba di Hiroshima: sono tutti eventi che hanno segnato il tempo. Anche in Ritorno al futuro vi sono delle date ben precise che potrebbero mutare il corso non solo della storia di Marty, della sua famiglia e di Emmett “Doc” Brown, ma di ogni altro fatto del mondo.
L’unico modo per poter tornare al 1985 è sfruttare l’energia di un fulmine che si sarebbe abbattuto sull’orologio del tribunale alle 22:04 del 12 novembre 1955, un appuntamento al quale non mancare con la sua Delorean, che riceverebbe il giusto impulso potenziale per “tornare al futuro”. Inoltre, tutti gli appassionati commemorano il 21 ottobre 2015, la data del viaggio verso il futuro all’interno del secondo capitolo della serie.
E se il tempo coincidesse con l’eternità, magari senza calendari ed orologi? In fondo Aiòn significa questo, il pensiero di qualcosa che o si ripete ciclicamente o non va considerato come origine. Non solo la visione di Dio nella tradizione giudaico cristiana, ma anche la natura del mondo per Aristotele hanno tali caratteristiche. Nessuna creazione, nessuna evoluzione. In questo contesto, tutto è potenzialmente possibile poiché extra temporale ed è quello che gli affezionati alla trilogia hanno colto. Proprio come afferma Heidegger, la migliore lettura del tempo è proprio quella avulsa da un suo netto confinamento. Il giovane Marty Mc Fly come il giovane Martin Heidegger? Forse sì Chi ama la filosofia e chi da ragazzo ha amato Ritorno al futuro è ben consapevole che il vero tempo è quello che bisogna costruire nelle relazioni umane. La famiglia, l’amore, gli amici, la volontà di giustizia che Martin Mc Fly desidera non sono appartenenti ad una scanzonata serie di film, ma a valori universali, quelli del tempo come eternità senza inizio né fine, più che mai Aiòn.
PARERGA E PARALIPOMENA
Il figlio che divora il padre
Delle varie accezioni con cui è rappresentato il tempo, sicuramente la più diffusa è quella cronologica. Tutti hanno deliberatamente espresso la volontà di poter viaggiare nel passato. Questo non già per poterlo rivivere nello stesso modo, ma per poter evitare degli errori che hanno reso più infelice il nostro presente. Tale disamina è ben nota nel contesto letterario all’interno del Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere. Nessuno desidera tornare a vivere esattamente gli stessi istanti momento per momento, ma ci si augura una nuova esistenza diversa e conseguentemente più felice. Ritorno al futuro descrive dei viaggi tanto nel passato quanto nel futuro, ma la cosiddetta “linea del tempo” non va alterata per evitare delle conseguenze nefaste. In un divertente siparietto del telefilm “Big Bang Theory” quei geniacci di Leonard, Sheldon ed Howard stanno parlando proprio del viaggio nel tempo di Marty mentre guardano il dvd del secondo capitolo. Il film viene messo in pausa. Tutto parte dal furto della macchina del tempo nel 2015 da parte dell’oramai anziano Biff, che torna al 1955 per consegnare al giovane Biff un almanacco sportivo col quale potrà piazzare scommesse vincenti e diventare miliardario. Qual è la verità? Potrebbe essere impossibile, giacché ogni evento futuro non sarebbe eguale e viziato da quell’atto. Quale sarà il tempo verbale giusto per “qualcosa che è successo nel futuro di un passato che è influenzato da un evento nel futuro?”. Questo è quello che i tre si chiedono, ma alla fine, forse la cosa migliore è riderci su, come fa Rajesh che si chiede che razza di nome sia Biff. Dunque, il tempo letto in proiezione passata rappresenta più che mai un’immagine di ricerca della tutela della linearità degli eventi. Francisco Goya conosce bene questo tema e nella crudezza delle figure che ha rappresentato spicca quella di Saturno che divora i suoi figli all’interno del ciclo delle quattordici Pitture Nere. Molte sono le interpretazioni date di questa raffigurazione tanto violenta. Tutte non possono che condurre verso un tema univoco: l’irrazionalità dell’uomo spesso è il frutto di una sorta di ribellione contro la dittatura del tempo, contro il suo scorrere come variabile indipendente alle nostre vite, ai nostri desideri, alle nostre aspirazioni. Cosa fare del tempo? Per Goya la migliore soluzione è divorarlo, anche in modo folle, sconsiderato.
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Scheda del film
Regia
Robert Zemeckis
Titolo originale
Back to the Future
Altri titoli
Ritorno al futuro
Durata
116 minuti
Genere
Avventura, commedia, fantascienza
Data di uscita
1985
Dettagli dell’opera
Titolo
Saturno che divora i suoi figli
Autore
Francisco Goya
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1823
Ubicazione