Pulp fiction: il problem solving
Spesso la filosofia viene accusata di creare inutili problemi e non di risolverli. In realtà, a partire dal XX secolo, il pensiero occidentale si è notevolmente concentrato su come riconoscere quei meccanismi che possano risolvere ogni tipologia di problema e su come possano essere conosciuti e impartiti
Leggere la trama di un film non solo in senso cronologico: probabilmente questa è la più nota trovata di Pulp fiction, in tante storie parallele che s’intrecciano e che hanno direttrici convergenti. Non di meno, accanto a originali analisi dialogiche e narrative, esiste un comune denominatore attorno ai protagonisti delle vicende proposte. Tutti hanno dei problemi e tentano di risolverli. Jules Winnfield si trova con una pistola puntata contro, nel bel mezzo di una rapina. Dopo una serie di vicende sgradevoli, si trova in una tavola calda e avrebbe volentieri fatto colazione, col suo partner in crime Vincent Vega, ma deve rimediare al fatto che non può certo cedere la valigetta ventiquattrore, né il suo contenuto: appartiene al suo boss, Marsellus Wallace.
Quest’ultimo è molto scontento del doppio gioco messo in atto da Butch, pugile che avrebbe accettato di essere complice di una scommessa clandestina su di un suo incontro, ma che ha puntato su di sé per intascare la vincita, senza andare al tappeto come convenuto. Di certo il capo di un’organizzazione criminale non gradisce un atto del genere. In realtà, a proposito di problemi, Marsellus ne ha altri due più gravi: prima è investito da Butch e poi, mentre lo insegue in un negozio, diventa vittima di una violenza da parte di due sadici stupratori che lo violentano.
Sarà proprio Butch a salvarlo, armato di una katana. Ma non finisce qui. C’è nuovamente Vincent alle prese con un guaio. La moglie di Wallace, Mia, sta per morire di overdose, per via di una sniffata di eroina, che era nella giacca di Vincent e che viene imprudentemente scambiata per cocaina. Per quanto estreme, tutte queste difficoltà hanno una risoluzione. Jules offre dei soldi al posto della valigetta e del suo contenuto, Marsellus concede il perdono a Butch a patto che lasci la città e che taccia riguardo ai particolari scabrosi che solo lui conosce e Vincent pratica una salvifica iniezione di adrenalina a Mia.
Questioni pratiche per soluzioni pratiche. Nel film emerge una figura che è in grado di risolvere ogni tipo di problema per sua forma mentis. Un uomo elegante, sereno, con una passione per i party e le auto sportive: è il signor Winston Wolf, che si qualifica proprio in questo modo “mi chiamo Wolf e risolvo problemi”. Un filosofo e matematico di origini ungheresi, George Polya, considerò che l’attitudine a risolvere i problemi può avere un nome ed essere definita problem solving. Nel suo libro How to solve it, considerò che essa possa essere schematicamente riassunta e conseguentemente appresa ed impartita, oltre che essere di per sé una dote naturale. In tal senso, esiste un pensiero consequenziale, ovvero quello che tende a prevedere le ripercussioni possibili di ogni scelta, che deve intrecciarsi con uno di rapporto mezzi-fini, per poter raggiungere uno scopo attraverso le risorse che si hanno a disposizione. Nel caso di Wolf, il problema è ben noto: c’è un’auto sporca di sangue e brandelli di cervello con un cadavere e bisogna far scomparire tutto per evitare che Vincent e Jules possano essere incriminati. Ora, secondo Polya, Mr. Wolf sta mostrando il suo talento nel problem setting, indispensabile viatico per il problem solving. Armato di block notes, sul quale ha appuntato i riferimenti ai protagonisti coinvolti, intuisce che Jimmie, il proprietario della casa e del garage dove si trova l’auto sporca di sangue, possiede ottimi prodotti per fare le pulizie, nonché coperte e piumoni: gli ambienti, infatti, appaiono ben curati. Allo stesso tempo, prende visione della macchina e chiede se abbia dei problemi al motore o altro che possa ostacolarne la marcia.
Una pulita sommaria, coperte e piumoni scuri basteranno a distogliere le attenzioni di passanti e polizia. A ridurre in brandelli automobile e cadavere ci penserà il demolitore Mostro Joe, nel frattempo i due killer potranno lavarsi in giardino con acqua fredda e indossare vestiti che sembrano adatti ad un turista al mare. Risolvere problemi vuol dire pensare e agire in fretta, comprendendo bene che i rischi che si corrono devono essere inferiori alle mosse adoperate. Proprio come suggerisce Polya, proprio come fa Mr. Wolf.
Questo misterioso personaggio forse sa una cosa in più. Spesso le decisioni importanti vanno prese rapidamente, ma questo non vuol dire che non ci sia il tempo per una tazza di caffè, magari con molta panna e molto zucchero.
PARERGA E PARALIPOMENA
Non c’è problema
Polya non è l’unica mente ingegnosa ad essersi adoperata per risolvere problemi. Talete aveva predetto la mutazione del clima, le eclissi ed un maggior raccolto di olive che avrebbe fatto la sua fortuna, poiché noleggio tutti i frantoi di Mileto per arricchirsi, alla faccia di chi lo aveva deriso poiché era caduto in un pozzo. Diversi filosofi si sono adoperati in opere d’ingegno e di alta ingegneria. Pitagora, ad esempio, aveva dotato la sua isola, Samo, di acqua corrente semplicemente facendo una passeggiata alle pendici di una montagna. Gli aneddoti potrebbero essere svariati: l’altezza delle piramidi e la circonferenza della Terra ad opera di Eratostene, la soluzione ai paradossi di Zenone adottata da Aristotele o quella del mentitore messa in gioco da parte di Kurt Gödel. Già, proprio i paradossi, agli occhi dei più il più inutile degli arzigogoli mentali che il pensiero logico abbia potuto creare in Occidente. Eppure, se non vi fossero state letture alternative del reale, proprio generate dai paradossi di Zenone, non avremmo avuto invenzioni come il cinema e il fotofinish oppure grandi scoperte come la relatività e l’indeterminazione in ambito fisico e chimico. A ben vedere, anche la storia dell’arte ha avuto problemi abissali e soluzioni geniali. Uno di questi è stato quello di fornire una corretta visione prospettica nei dipinti, che si avvantaggiasse di una valida prospettiva. Così, nella versione conservata nel Convento di San Marco a Firenze, Beato Angelico preferì non inserire veste e piede dell’angelo dietro ad una delle colonne del portico dove avrebbe incontrato Maria: un modo semplice per risolvere un problema, un grande salto dall’epoca del gotico a quella rinascimentale.
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Scheda del film
Regia
Quentin Tarantino
Titolo originale
Pulp fiction
Durata
154 minuti
Genere
Gangster, drammatico, commedia, noir
Data di uscita
1994
Dettagli dell’opera
Titolo
Annunciazione
Autore
Beato Angelico
Tecnica
Affresco
Realizzata nel
1440-1450
Ubicazione