La sostanza e l’essenza nella fragranza
Comprendere concetti di base o specifici è talvolta possibile anche dagli oggetti più disparati. Il profumo è stato oggetto di analisi filosofiche come i grandi concetti della metafisica.
Jean-Baptiste Grenouille ha una dote non comune ed innata: avvertire in modo profondo e distinto gli odori. Nonostante sia stato un neonato abbandonato e viva in un’estrema miseria, questa capacità lo renderà unico. Grenouille lavora in condizioni di schiavitù in una conceria. Qui si salverà dal carbonchio e da altre malattie e la considerazione verso la sua persona crescerà progressivamente. La svolta avverrà a Parigi durante una consegna. Migliaia di fragranze e di olezzi attirano il suo naso e la sua mente, fino al suo primo involontario omicidio: una venditrice di frutta dai capelli rossi soffocata per zittirne le urla. Ora le donne fulve che sprigionano un particolare odore dalla loro pelle diventeranno la sua ossessione. Forse potrà generare lui stesso un profumo.
Ma questa è un’arte da acquisire e non basta il suo talento. Per apprenderla bisognerà ascoltare i consigli del profumiere italiano Giuseppe Baldini, che gli spiega come si usano gli alambicchi e come da migliaia di anni si proceda alla distillazione per ricavare profumi.
Grenouille risolleva le sorti del negozio del suo mecenate grazie alle sue innovative miscelazioni. Lo aspetta una sorta di viaggio premio in Provenza, la patria dei profumi: per lui una nuova vita, per Baldini la morte accidentale nel crollo della sua casa. Nella Francia meridionale il giovane Jean-Baptiste si sente particolarmente ispirato: creerà un profumo perfetto che derivi dalla fragranza del corpo di donne di straordinaria bellezza, magari seguendo il regime che Baldini gli ha proposto sulla scorta di una pratica degli antichi Egizi: dodici essenze più una per completare il capolavoro.
Da questa impostazione possiamo scorgere la volontà di citare le riflessioni del pensatore greco Teofrasto da Ereso autore del saggio Sugli odori. La grande novità di Teofrasto è che non parla dei profumi soltanto per ciò che attiene il loro impiego ma si addentra per la prima volta nelle tecniche di produzione appropriate a generare le diverse fragranze. Gli odori provengono da una mescolanza, per cui perfino la terra, che è sostanza semplice, emana un odore, proprio quello che sente Grenouille nel corso delle vicende del film. Le emanazioni non hanno nomi particolari se non quelli mutuati da altri sensi come il piccante, il forte, il dolce, il pesante. Teofrasto parla della téchne profumiera, ovvero all’arte di produrre odori secondo un disegno ben preciso. È soltanto grazie alla mescolanza e all’accostamento armonico tra essenze diverse che si dà vita ad una nuova fragranza: “Alcuni creano profumi e polveri fragranti mescolando sostanze secche a sostanze secche, altri invece o unendo le essenze al vino o combinando ingredienti liquidi con ingredienti liquidi. Il terzo metodo, il più diffuso, è quello seguito dai profumieri e consiste nell’unire componenti secche a sostanze umide. È questo il procedimento di preparazione di tutte le fragranze e di tutti gli oli profumati.” Ma è ben noto che Teofrasto sia stato un dossografo, un raccoglitore di analisi eminenti da parte di autori che lo hanno preceduto. La sua militanza prima nell’Accademia di Platone e poi nel Liceo di Aristotele, di cui divenne successore, ne fanno anche un chiaro e completo analista della differenza tra due termini che vengono impropriamente utilizzati come sinonimi e che troviamo citati quando facciamo riferimento alle fragranze: sostanza ed essenza. Più che mai il profumo diventa esemplificativo del significato di questi due termini. Per questo la sostanza, in Teofrasto come in Aristotele è più che mai la base ontologica di qualcosa, ciò che non muta mai. In un profumo la chiameremmo base, cioè acqua più alcol. Il termine essenza va invece attribuito al platonismo ed è utilizzato anche dallo stesso Aristotele col significato di ciò che qualcosa è realmente, ma in modo diverso da qualcos’altro. Nel caso dei profumi, l’essenza di arancio è diversa da quella di mirra, quella di muschio è differente da quella di rosa e così via. Sulla comune sostanza di ogni profumo, Grenouille vuole perciò creare l’essenza delle essenze.
Per tali motivi, la narrazione del film prosegue e le fanciulle uccise sono come fiori aulenti, private non dei petali ma dei capelli. Dopo una serie di vicende ed un omaggio forte alla pittura preraffaellita attraverso scenari, volti ed abiti, Grenouille viene scoperto, catturato, torturato e condannato a morte. Prima che il boia possa eseguire la sentenza frantumandogli le ossa su di una croce di Sant’Andrea, Grenouille si cosparge con il suo profumo perfetto. L’effluvio è sprigionato nell’aria. Il carnefice abbandona ogni velleità di violenza e la folla presente si abbandona in una forma di piacere prima psichico e poi fisico, così straordinario da annullare la sete di vendetta collettiva e da creare uno stato di eccitazione nei presenti.
Un nuovo colpevole viene individuato ed impiccato. Grenuoulle è pronto per tornare a Parigi. Un senso d’insoddisfazione lo pervade: il piacere di quel profumo perfetto non lo riguarda in prima persona, e non resta che scomparire. Dopo essersi versato addosso l’intero contenuto piena di quel prezioso liquido, sarà assalito e consumato a morsi da un gruppo di bramosi mendicanti, volatilizzato ed esalato esattamente come ogni buon odore.
Parerga e Paralipomena
La redenzione nella bellezza
Tra le più note citazioni di Dostoevskij ve ne è una che è estremamente frequente nel nostro tempo storico e la cui interpretazione è talvolta divergente dalle reali intenzioni dell’autore: la bellezza salverà il mondo. A pronunciare queste parole è il principe Lev Myskin, il protagonista de L’idiota, una storia in cui la vicenda narra del più buono degli uomini. Dunque la bellezza cui si fa riferimento non è originata da un canone esclusivamente estetico ma dal concetto che essa possa contenere anche dei profondi presupposti morali. Un animo che sia bello e buono nel più radicale dei paradigmi del platonismo è quello che potrà salvare il mondo. A questo ideale tenderà per tutta la sua esistenza il pittore William Holman Hunt, tra i fondatori della Confraternita dei Preraffaelliti. Come Myskin appare stolto e folle nei suoi comportamenti, anche Hunt sembra essere un novello idiota. Tira di boxe, esegue dei piegamenti sulle braccia mentre raffigura Cristo nelle sue tele, spende quattro anni della propria vita per dipingere i capelli della protagonista di un suo quadro, compie un avventuroso pellegrinaggio in Terrasanta ma ha fra tutti un solo grande desiderio: redimere la prostituta di cui si è invaghito, Annie Miller. La giovane diventerà la sua modella in svariati lavori, ma è ne Il risveglio della coscienza, un’opera allusiva della condizione di chi induce al tradimento i mariti londinesi, che è diventata famosa. Una conversione repentina potrebbe salvare non solo l’anima di quella meretrice, ma anche dei suoi clienti. L’ultima follia di Hunt? Anni spesi a rendere la Miller colta, fine, elegante e morigerata per poi scoprire che in fondo non era innamorato di lei, ma della missione redentiva di cui si era incaricato.
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Scheda del film

Regia
Tom Tykwer
Titolo originale
Perfume: The Story of a Murderer
Altri titoli
Profumo – Storia di un assassino
Durata
147 minuti
Genere
Drammatico, thriller
Data di uscita
2006
Dettagli dell’opera
Titolo
Il risveglio della coscienza
Autore
William Holman Hunt
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1853
Ubicazione