Philadelphia: che cos’è la tolleranza?
Cosa vuol dire tollerare? Essere indifferenti ad una situazione che genera dissenso? Snaturarsi, ed accettare anche ciò che non condividiamo? Probabilmente la soluzione risiede nel valutare la diversità di visione del mondo senza perdere la propria identità
Andrew Beckett è l’enfant prodige di una nuova generazione di legali. Joseph Miller è un avvocato di minore rilievo: si occupa di cause di poco conto. Non si sono mai visti prima e vivono diversamente la loro esistenza e la propria sessualità. Per gli amici sono Andy e Joe. Il primo è omosessuale, convive con Miguel e dopo aver mostrato il suo valore in tribunale proprio fronteggiando Joe, diventa socio dell’importante studio di Philadelphia con cui collaborava. Il secondo ha una moglie ed è diventato da poco padre di una bambina. Non sembra avere un futuro professionale da principe del foro. In quegli anni, attorno all’Aids c’è già stata notevole informazione scientifica.
Tuttavia, molti luoghi comuni sono ampiamente diffusi. La malattia dei pervertiti, di chi è incline al vizio e ad atti non socialmente accettati dalla comunità statunitense. Purtroppo, Andrew scopre di essersi contagiato. Probabilmente questo è accaduto in un cinema a luci rosse che proietta film per gay. Durante la visione degli spettacoli, il pubblico in sala ne approfittava anche per consumare dei rapporti sessuali. L’unica buona notizia è che Miguel non è sieropositivo. I guai non sono finiti. Il prestigioso studio legale presso cui lavorava scopre la verità e lo licenzia, rimarcando la giusta causa di una cattiva gestione di un importante incarico, nonché l’omissione sul proprio reale stato di salute. Gli eventi precipitano. Andy vuole citare in giudizio i suoi ex datori di lavoro. Ha provato a farsi difendere da diversi colleghi. Si reca da Joe che, dopo delle iniziali ritrosie, accetta. Il rapporto tra i due passerà progressivamente dall’essere meramente professionale ad una sincera amicizia. Tutto questo nasce non solo dall’attenzione alla persona di Andrew. Joe ha imparato gradualmente cos’è la tolleranza, nella visione di questo concetto offerta da Voltaire all’interno del suo celebre Trattato sulla tolleranza del 1793. Pur individuando nella rigida osservanza della religione la causa prima di ogni discriminazione, il filosofo francese propone per estensione ogni forma di fanatismo come causa non solo dell’intolleranza, ma anche di violenza, tortura e giustizia sommaria. In effetti, una società che voglia definirsi davvero civile, non trucida esseri umani, ma cerca razionalmente prove di colpevolezza di fronte alla legge. La parola chiave sarà una: carità. Essa va intesa come l’elemento di perdono e di comprensione rispetto alla fallibilità che ciascuno può mettere in atto in quanto umano: da questa deriva più che mai una piena tolleranza, non una propensione alla fede intesa come superstizione. Così, Joe non sarà mai d’accordo con Andy sulla sua condotta di vita, sul suo orientamento sessuale, persino sulle modalità con le quali viene chiesto di accettare la condizione dell’omosessualità negli Stati Uniti. Ne sono riprova una serie di eventi. Anzitutto, il recarsi dal medico per chiedere se è stato potenzialmente contagiato.
Aveva semplicemente stretto la mano di Andy. Appena il dottore esplicita che non c’è rischio, Joe non è soddisfatto: afferma che si scopre sempre qualcosa di nuovo per mezzo della scienza. A questo punto il medico vorrebbe fargli un prelievo di sangue. Allude al fatto che sarà discreto: conosce da anni Joe e non andrebbe certo in giro a dire che ha avuto rapporti con una persona del suo stesso sesso. Quando la causa contro l’ex studio legale di Andy è iniziata, Joe è diventato noto anche per un’intervista passata in tv. Si trova in uno store e sta comprando i pannolini per la figlia. Reagirà in modo violento quando un ragazzo gli farà delle avances con la scusa di porgergli i complimenti, in quanto studente di giurisprudenza. Non di meno, Joe rimarca al bar con amici e conoscenti che trova i gay rivoltanti e non ama le coppie omosessuali con le quali s’interfaccia in un party in maschera a casa di Andy, dove si è recato con la moglie, anche per discutere del prosieguo processuale.
Alla luce di questi eventi, ci potremmo chiedere quanto Joe sia realmente tollerante. La svolta sulle sue opinioni personali non vi sarà mai. La profonda comprensione per lo status quo di Andy sarà invece sempre più forte.
Non è solo un suo cliente e collega. Sta per morire, forse non ce la farà a vedere il pronunciamento della giuria. Andy vuole vivere ancora, come chiunque meriterebbe. Ama il diritto, l’arte, la musica classica, crede in una forma di amore superiore senza condizionamenti. Le sue parole sono profonde: aver fede significa credere in qualcosa che non siamo in grado di provare.
Joe ha un’arma in più: la carità di cui parla Voltaire. Con questa forza interiore si approccia alle difficili battute finali del dibattimento in aula. Ora sa che l’intolleranza è qualcosa che fa male ad una società civile, anche se è stato educato ad ostentare virilità e distacco dal mondo omosessuale.
PARERGA E PARALIPOMENA
Le carezze
L’amore è qualcosa che non si può non volere e non si può non temere. Le distanze hanno grosse difficoltà ad essere ridotte, specie se nascono da motivi di contrasto e d’inconciliabilità a fronte di posizioni iniziali. Per questo motivo, la filosofia ha cercato non solo di ridurre l’intolleranza ideologica, ma anche quella emotiva. Ne è riprova l’opera di Levinas che in Totalità e infinito parla della fenomenologia delle carezze. La nostra specie ha questa peculiarità rispetto agli altri viventi: fa percepire con queste gestualità il prendersi cura dell’altro. Questi movimenti cadenzati, simboleggiano la forza di chi riesce a fare per il proprio partner qualcosa di speciale: abbattere le barriere della diffidenza. Il pittore simbolista belga Fernand Knopff viveva di profonde ambiguità personali. Venne additato di pratiche poco lecite per la morale dell’epoca. La percezione che fosse un disadattato sociale, emerge da molte delle sue opere, spesso animate dalla passione per la poesia e la letteratura, oltre che da un profondo senso di solitudine. Quando volle rappresentare un noto topos della storia dell’arte come l’episodio di Edipo e della Sfinge, non ebbe difficoltà. Vicende ben note come violenza, morte e la soluzione di un enigma non emergono certo in questa tela. Più che mai le carezze la fanno da padrona con un’inversione dei ruoli: Edipo è diffidente rispetto a questa strana forma d’amore che emerge da quella mostruosa creatura. Pian piano, però, avrà la forza di avvicinarsi ad essa, senza temere di essere divorato. Le carezze che fanno strada all’amore.
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Scheda del film
Regia
Jonathan Demme
Titolo originale
Philadelphia
Durata
125 minuti
Genere
Drammatico.
Data di uscita
1993
Dettagli dell’opera
Titolo
Le carezze
Autore
Fernand Khnopff
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1896
Ubicazione