La zona d’interesse: non autori ma esecutori
Fare del male. Un atto compiuto per via dell’ignoranza del bene oppure una scelta consapevole, orientata all’assenza di etica? Nel XX secolo, questa tremenda caratteristica del genere umano, è stata associata all’esecutività di un compito, con la scomparsa della tradizionale categoria della responsabilità esplicita dell’autore di un gesto
Uccidere, torturare, violentare fisicamente e psicologicamente. Purtroppo queste pratiche non sono una novità nella storia dell’uomo. Tuttavia, potrebbe essere innovativo il principio col quale le si mettono in atto. Non un’incosciente serie di atti, non gravi e deliberate forme di dolore inflitte al prossimo contro ogni etica imperante. Il male che Rudolf Höss compie ogni giorno è quello di un uomo che non ha alcuna forma di precedente storico e non è, per questo motivo, comparabile ad alcuna casistica simile. Lo sa bene Hannah Arendt. Nel suo libro dedicato ad uno dei processi più noti di sempre, La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme. Il testo sottolinea spunti che possono essere accostati ad ogni criminale di guerra che abbia personalmente contribuito ad implementare l’efficienza dei campi di sterminio. Anzitutto, la tradizionale categoria della responsabilità è scomparsa. Rudolf e sua moglie Hedwig vivono totalmente ovattati rispetto ai rumori di fondo di Auschwitz. Urla, spari, ordini imperativi, altoparlanti ed emissioni sonore di ogni altro tipo non sono nemmeno percepiti. Ne è riprova l’episodio sintomatico della passeggiata a cavallo del comandante col suo primogenito Klaus: Höss avverte e segnala al figlio il verso di un airone cinerino mentre i prigionieri stanno passando incolonnati al suo fianco al ritorno da un massacrante turno di lavoro forzato all’esterno del lager.
Più volte le api operose sono paragonate al ruolo di Rudolf e della coniuge: il loro ronzio si coglie nel curato giardino di casa, quando al di là del muro si compie ben altro. Così, non è necessario che vengano coperti rumori e pestiferi effluvi di carne carbonizzata con melodie o profumi di fiori: non vengono nemmeno avvertiti. Questa volontà di non contaminarsi, si coglie benissimo anche quando Rudolf porta i propri figli a nuotare nel fiume e si affretta a rincasare e a farli lavare. Si erano sporcati con un una scia di liquami, residuo dei corpi cremati che era ben visibile nell’acqua. Secondo la Arendt una totale astenia emotiva e il distacco totale dagli accadimenti sono la spiegazione di una sistematica capacità di assecondare eventi tremendamente negativi.
Così e facile vedere i due figli maschi degli Höss giocare coi denti dei prigionieri massacrati, ascoltare Hedwig che fa commenti con le sue domestiche sui vestiti delle donne internate o sull’astuzia nel nascondere diamanti nei dentifrici. Anche il miglioramento della rapidità di cremazione dei forni è una soddisfazione che Rudolf ostenta con gli ingegneri che hanno fatto visita ad Auschwitz senza alcun commento personale.
Questa sequela di operazioni, sono ordini messi in atto con la mera esecutività di chi raggiunge un obiettivo. Non è casuale che il comandante sia disturbato dal fatto che i membri delle SS, sottraggano senza il suo permesso dei fiori di lillà dai cespugli e dia ordini punitivi nel merito. A pensarla diversamente c’è solo sua suocera, che è venuta a far loro visita e che presto lascerà la casa disgustata dagli eventi che si svolgono oltre il muro del giardino, oltre i filari di vite che, a dire di Hedwig, presto copriranno una semplice bruttura estetica.
Probabilmente anche l’affettuosità del cane di famiglia non è ben percepita: questo animale è spesso lasciato solo e piange quando gli viene chiusa la porta in faccia. La promozione di Rudolf, il suo ritorno ad Auschwitz, la durezza di Hans e di Hedwig in ambito domestico, non sono che un corollario a quanto sinora esposto. L’idea di essere esecutori e non autori di azioni è ben evidente nelle donne di un’impresa di pulizie. Sono presenti in poche scene del film. Viene abbandonata la narrazione relativa alle vicende degli Höss e le solerti lavoratrici compaiono nel nostro tempo storico, assolutamente distaccate a forni, scarpe, vestiti, valigie e protesi ammassate nelle enormi teche del museo di Auschwitz. Morale della favola? Ora la Arendt non c’entra più. Mentre Rudolf legge favole alle proprie bambine, una loro coetanea polacca cerca segretamente di aiutare i prigionieri, depositando nottetempo delle mele di cui potranno cibarsi nei terreni esterni al campo di concentramento, dove gli schiavi dei Terzo Reich lavorano.
Le scene sono volutamente in bianco e nero. Un bravo papà non può che raccontare una storia a lieto fine: la strega cattiva di Hänsel e Gretel brucia giustamente nel forno. Gretel ha anche messo una spranga dietro la porta, perché non possa liberarsi dal meritato supplizio. Forse questo è l’unico momento in cui Rudolf Höss è realmente consapevole di compiere il male che sta spargendo nel mondo: gli Ebrei devono fare la stessa fine della strega dei Fratelli Grimm.
PARERGA E PARALIPOMENA
Vizi pubblici e virtù private
Un antico adagio che diventa un noto saggio politologico. Avere una doppia vita è quasi un imperativo per i politici e per chi riveste delle cariche istituzionali ad ogni livello. Non importa che tra le mura di casa propria si possano compiere le peggiori efferatezze: ciò che è prioritario è offrire un’immagine socialmente pulita di sé. Tra i tanti elementi di ribaltamento dell’etica tradizionale che il Nazismo ha proposto, vi è anche l’abbandono totale di una facciata pubblica di morigeratezza. Salutismo, vegetarianismo, negazione del fumo in ogni ambiente sono vizi socialmente inaccettabili per Hitler. Risultano tuttavia ben poca cosa rispetto ad un tale livello d’indottrinamento razziale che porta pubblicamente a trovare dei nemici, a perseguitarli, ad ucciderli e segregarli. Così Hedwig e Rudolf non hanno difficoltà e compiere il male per il quale sono stati prima addestrati e del quale diventano poi addestratori. All’interno del film il loro fumare una sigaretta diventa l’unico vizietto da non ostentare pubblicamente: poco importano le fiamme dei forni crematori. Le operose api di Auschwitz stanno andando alla grande, al ritmo di oltre cinquecento corpi inceneriti per ogni ora. Il pittore Frans Francken sentì fortemente che la sua arte aveva una responsabilità sociale. Gli interessava soprattutto essere una guida spirituale, in una società fiamminga che più che mai aveva bisogno anche attraverso i suoi quadri allegorici di una guida spirituale. Forse un mondo dove vizi e virtù sono pubblicamente sbandierati e sono una scelta da operare è da preferirsi ad una logica di sistema nella quale le categorie etiche sono scomparse senza la possibilità di una comparazione.
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Scheda del film
Regia
Jonathan Glazer
Titolo originale
The zone of interest
Durata
105 minuti
Genere
Drammatico.
Data di uscita
2023
Dettagli dell’opera
Titolo
L’uomo deve scegliere tra Virtù e Vizi
Autore
Frans Francken II
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
XVII secolo.
Ubicazione