L’erotismo come dimensione della felicità
Il potere della seduzione è ben diverso dalla mera emancipazione o dal fascino della sola carne. In esso risiede la capacità, esclusivamente femminile, di poter raggiungere la felicità parallela all’esperienza amorosa.
Bella, colta, figlia di un ricco generale, poliglotta e residente in una splendida San Pietroburgo di fine secolo. La giovane Lou Andreas potrebbe anche non desiderare altro dalla vita a soli diciassette anni. Ma la sua biografia, narrata nelle vicende di questa pellicola, ha qualcosa in più rispetto alla descrizione del talento e dell’avvenenza. Tutti l’accuserebbero di essere una ragazza lasciva ed infedele per il suo ménage a trois con Paul Rée e con Friedrich Nietzsche.
Se volessimo rincarare la dose, quando a trentasei anni sceglie di legarsi al ventiduenne Rilke, nessuno comprende la vera natura di questo rapporto che sembra mercenario e privo di sentimenti. La risposta sarà offerta dai libri scritti nella tarda giovinezza e in un arco temporale limitato. Questo perché Lou von Salomé offre il massimo di sé da un punto di vista filosofico in soli quindici anni, per poi avvicinarsi nel 1911 alla psicanalisi a seguito della conoscenza diretta di Freud.
Ora Lou ha cinquant’anni, ne ha abbastanza dei sentimenti razionalmente inquadrabili dall’etica ed è pronta ad un’esplorazione del subconscio, requisito fondamentale per diventare psicanalista e per poi esercitare questa professione a partire dal 1922. Ma il discorso filosofico di Lou parte da lontano e non riguarda ciò che accadrà dopo la prima decade del Novecento. La forte formazione sugli autori greci e tedeschi, ricevuta nel periodo adolescenziale, la porta a non accettare l’emancipazione femminile intesa come semplice liberazione sessuale. La grandezza del pensiero di questa donna rifugge le cronache rosa, il pettegolezzo, le banalità. Di tutte le citazioni possibili, nella trama del film viene scelta una molto significativa e successiva all’abbandono dell’idea di un legame amoroso con Nietzsche.
In modo approssimativo, potremmo chiamarlo solo un amico, a tutti gli effetti è un mentore “chi arriva in un cespuglio di rose può rubare una manciata di fiori, ma non importa quanti di questi riuscirà a tenere. Tuttavia, una manciata è sufficiente per sperimentare la natura dei fiori. Solo se ci rifiutiamo di raggiungere il cespuglio, sapendo che non possiamo cogliere tutti i fiori in una volta sola, o se lasciamo aprire il nostro mazzo di rose come se fosse l’intero cespuglio, solo allora fiorirà indipendentemente da noi, sconosciuto a noi, e noi saremo soli”. Lou von Salomé invita le donne a bastare a se stesse, ad essere indipendenti, nella sua ultima opera prettamente filosofica L’umano come donna. L’erotismo del 1910. La felicità può essere raggiunta non solo in questa autarchia emotiva, ma anche nell’esperienza erotica ed amorosa. La donna si realizza davvero se può avere gli stessi diritti dell’uomo anche rispetto alla propria sessualità. Ben vengano scelte che il molto riterrebbe immorali ed estreme: il concubinato, l’asimmetria d’età tra i due partner, la mancanza di un legame stabile. Lou vuole fondare un primo tentativo teorico della superiorità del genere femminile su quello maschile. Ha anche provato a dialogare con gli ambienti teologici dell’epoca ma, tra le panche di una cattedrale tedesca, si sente molto più sola tra le tante donne che non la comprendono a pieno.
Che disdetta: potrebbero essere autonome e non aver bisogno di una relazione sentimentale per potersi completare. Viceversa, quell’insoddisfazione sessuale che generalmente viene attribuita al genere maschile, dovrebbe essere appannaggio anche del genere femminile, potenzialmente più felice a poter esercitare una sessualità non disinibita, ma libera. All’interno del film si accenna anche ad un’altra questione ben nota. Secondo alcune teorie fisiche e biologiche dell’inizio del XX secolo, alle origini della vita, l’elemento femminile appare come il più indifferenziato, ma grazie a ciò realizza il suo fine. L’incompiutezza biologica della cellula maschile nascerebbe invece per essere perennemente insoddisfatta e porsi sempre nuovi obiettivi. Nelle sue conferenze, Lou è solita fare spesso un esempio.
Si tratta dell’immagine di un albero. Il fusto è profondamente radicato nel terreno, ma proprio per questo poggia su di una base solida per ergersi verso il cielo. Autonomo, autosufficiente, l’albero è come una donna che sceglie quando distendere le sue fronde verso l’alto. L’immagine più suggestiva consegnata dal film è quella di Lou von Salomé che scelse di donarsi completamente all’amore solo dopo i trentacinque anni e da allora la sua autonomia, fisica e di pensiero, la rese felice: ora sì che l’amore per il ventiduenne Rainer ha un senso.
PARERGA E PARALIPOMENA
Si prega di toccare
Un bel corpo che non può essere toccato: questa è stata Lou von Salomé fino alla conoscenza ed all’intenso rapporto erotico con Rainer Maria Rilke. Questa incapacità di comprendere come la sua serenità fosse il derivato di una vita completa in termini di anima e corpo, somiglia molto al carattere distaccato con cui spesso viene vissuta l’arte. Si può entrare in un museo, se ne possono ammirare le opere, ma queste non possono essere toccate. In molti casi nemmeno fotografate: il merchandising che riguarda quei capolavori è nel negozio alla fine delle sale. Costerà sicuramente un prezzo più alto di una foto scattata con il nostro smartphone. Tra le tante provocazioni di Duchamp e Breton, forse vale la pena ricordarne una: la pubblicazione di un catalogo che contiene non solo opere d’arte all’interno, ma anche una sulla copertina. Era terminata da poco la strage di massa della Seconda Guerra mondiale ed in occasione dell’Esposizione Internazionale del Surrealismo del 1947 a Parigi, i nostri due artisti fecero stampare il catalogo della mostra. Fin qui nulla di strano se non fosse che 49 dei 999 esemplari portavano una loro creazione sulla prima di copertina, unita al titolo che era tutto un programma: Si prega di toccare. A troneggiare sul dorso duro del libro con stampe di autori come Mirò ed Ernst un seno di gomma in rilievo ed in poliestere, su di un piccolo strato in velluto nero. Ognuna di quelle parti anatomiche femminili stilizzate aveva forma, dimensione e colore variabile. Duchamp e Breton volevano rimarcare un principio semplice e diretto. Se l’arte può essere fruita completamente, nell’anima e nel corpo come sosteneva per “l’universo donna” Lou von Salomé, essa non ci stancherà mai, esattamente come il tastare tanti seni diversi se ne apprezziamo la varietà e la bellezza.
Potrebbero interessarti anche…
Seguici su Facebook
Scheda del film
Regia
Cordula Kablitz-Post
Titolo originale
Lou von Salomé
Durata
103 minuti
Genere
Biografico
Data di uscita
2016
Dettagli dell’opera
Titolo
Si prega di toccare
Autore
Marcel Duchamp ed André Breton
Tecnica
Poliestere e velluto su carta
Realizzata nel
1947
Ubicazione