Le libertà come emendamento
La garanzia delle libertà è dettata da una tutela collettiva o individuale? Questa problematica presenta una questione aperta, rispetto alla quale è necessario modificare periodicamente anche la gerarchia delle leggi di un Paese.
Per secoli gli uomini hanno lottato per l’affermazione delle libertà, intendendole come sinonimi di vari diritti. Gli Stati Uniti sono uno dei primi Paesi che ha declinato il termine libertà in senso collettivo, ragionando sul fatto che esse dovessero essere intese come affermazioni di singoli diritti. Nel 1974, l’editore americano Larry Flint fondò la rivista pornografica Hustler. Si tratta di una pubblicazione eccentrica non solo per i suoi contenuti di nudo esplicito e con delle vietatissime pose senza veli, ma anche di un’irriverente desacralizzazione di ogni mito della cultura popolare statunitense: Babbo Natale come lo Zio Sam possono essere satiricamente rappresentati da degli attori e in degli scatti che non lasciano spazio all’immaginazione. Larry ha avuto già tre mogli ed Althea inizia un matrimonio con lui sempre sulla base del paradigma della non convenzionalità. Sposarsi non vorrà dire monogamia, ma solo essere compagni di vita, anche nello scegliere di fare uso di sostanze stupefacenti.
Questi eccessi li fanno percepire come partners in crime: Larry finirà in carcere e dovrà subire diversi processi. La detenzione lo farà avvicinare alla fede cristiana evangelica, tramite la mediazione di Ruth, fervente credente e sorella del presidente Jimmy Carter, ma questa non è la svolta della sua esistenza. Da semplice attività di lucro, la difesa di Hustler diventa una battaglia culturale, un richiamo ai valori filosofici che James Madison citò nel 1791 quando redasse la bozza del primo emendamento alla Costituzione americana. Alan, avvocato di Flynt, diventa non solo difensore giuridico, ma anche ideologico di Larry. Più propriamente, l’intenzione di Madison e dei padri costituenti non era semplicemente quella di enunciare delle nuove libertà, ma di mettere il cittadino nella condizione che il governo non potesse ostacolarlo nel loro esercizio. Larry Flint sostiene il primato dell’individualità dei diritti contro una comune etica. Il suo esempio citato nel corso di un contenzioso è molto diretto. Un bambino potrebbe essere turbato dalla copertina di una rivista vietata ai minori, ma anche da un’ubriacatura di birra che si è procurato a casa. Non per questo, tanto una pubblicazione per adulti quanto una sostanza alcolica non possono essere di libera vendita in un emporio.
La lotta per l’affermazione dell’applicazione letterale del primo emendamento prosegue tra provocazioni mediatiche, la scoperta della sieropositività di Althea ed il prosieguo dei suoi anni su di una sedia a rotella a causa dei postumi delle ferite subite dopo un attentato. Tutto questo appare alla parte dell’opinione pubblica avversa a Flynt come un castigo divino, mentre tanti americani ne sostengono il progetto e la lotta.
Larry impugna di fronte alla Corte suprema tutte le sentenze sfavorevoli, anche quella che gli impone un cospicuo risarcimento per diffamazione, ed il culmine della sua popolarità viene raggiunto in una conferenza stampa, condotta da navigato anchorman.
La sua domanda è diretta: che cos’è scandaloso? Per definizione ciò che indigna una vasta comunità. Tuttavia in termini di comunicazione, l’esplicita diffusione di immagini violente è tollerata, mentre la pornografia no. Forse è più scandalosa la violenza che il sesso, perché la domanda reale da farsi è un’altra: che cos’è l’oscenità? Le foto che scorrono sul video di Larry sono alternate: istantanee di erotismo spinto sono intervallate da una pozza di sangue dopo un omicidio, da delle ferite di un’esplosione atomica sulla schiena di un uomo, da dei riti del Ku Klux Klan, da uomini smagriti e deportati, da cadaveri ammonticchiati in un lager nazista e da bambini che fuggono da un’esplosione di Napalm in Vietnam.
Cos’è più osceno il sesso o la guerra? La decisione spetterà al tribunale supremo degli Stati Uniti, ma la risposta di Flynt è scontata.
PARERGA E PARALIPOMENA
Il diritto al silenzio
Esiste un’espressione idiomatica che è oggi utilizzata anche in modo scherzoso dagli statunitensi: take the Fifth. Potreste ascoltarla da uno studente impreparato ad un esame o dalla volontà di tergiversare senza destare polemiche nel corso di un’intervista. Non di meno, potrebbe essere la risposta di un marito che non sa dove ha messo i documenti della moglie o di un bambino che viene interrogato sul perché manchino le caramelle nel soggiorno. Viene citato, tra il serio ed il faceto, il quinto emendamento alla Costituzione americana, che consente nell’ambito di un processo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Si tratta di un concetto estremamente innovativo per l’epoca, poiché nell’ambito di una fase istruttoria ed a fronte della rigida logica del giuramento, un imputato potrebbe alterare il corretto iter processuale a fronte di una secca risposta affermativa o negativa sul suo grado di colpevolezza. Ovviamente i contesti non sono esattamente gli stessi: un esaminando non sta giocando con la prospettiva del carcere a fronte di un quesito che gli è stato posto, e dunque la riflessione reale scivola nuovamente sulla libertà. La paura più grande che può essere connessa a tale straordinaria conquista del mondo contemporaneo può risiedere nell’interruzione del suo esercizio. Una carenza di libertà è anche quella dell’azione testimoniale o addirittura della possibile auto incriminazione di chi deve riferire attorno ad una vicenda. Il silenzio diventa così un’ulteriore libertà che i padri costituenti non potevano prevedere aprioristicamente: è stato vantaggioso enunciarne il valore già nel Settecento. Nella storia dell’arte una silenziosa denuncia alla società borghese è venuta dall’opera di Edouard Manet Colazione sull’erba. Se il perbenismo gridava allo scandalo per la presenza di una donna nuda su di un prato con degli eleganti uomini. Manet fa comprendere come da anni gli artisti di tutto il mondo non sono certo stupiti di vedere una donna nuda nel proprio studio. In fondo si tratta di una modella e di fronte alle sue grazie non si può che restare in silenzio.
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Scheda del film

Regia
Milos Forman
Titolo originale
The People vs. Larry Flynt
Altri titoli
Larry Flynt – Oltre lo scandalo
Durata
129
Genere
Biografico, commedia, drammatico
Data di uscita
1996
Dettagli dell’opera
Titolo
Colazione sull’erba
Autore
Edouard Manet
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1863
Ubicazione