La via lattea. L’incontro con le eresie
Il termine eretico richiama a un immaginario di miscredenza e di contestazione del potere temporale della Chiesa. Tuttavia, le sue origini nascono da uno scenario completamente differente, alla ricerca di risposte per una fede ancora debole in termini teologici e filosofici.
Pierre e Jean sono in viaggio nel Cammino di Santiago. Non tutto va secondo i loro piani. Non è solo una questione di attese e di autostop. Su di un itinerario consolidato, al quale i pellegrini di tutti il mondo fanno riferimento, vi sarà l’occasione per una serie di bizzarri incontri. Questo percorso ha un qualcosa di misterioso fin dal suo inizio. I due viaggiatori sono ancora a ridosso di Parigi e incontrano un uomo che dispensa loro denaro e parole in modo iniquo, sapendo che percorso stanno intraprendendo.
Il diavolo? Forse sì, sicuramente si tratta di una sorta di onnisciente narratore, che porta per mano un bambino. In questa prospettiva, il film va letto in modo sequenziale e non cronologico: è lo spunto per una ricerca attorno alle eresie. Nel nostro immaginario, un eretico è un fedele sui generis. Non allineato alla Chiesa e al suo potere temporale, povero, settario, infervorato e destinato alla tortura e al rogo. Un uomo che urla, inveisce e maledice costumi e opulenza del clero. Questa figura sarebbe nata nel Medioevo. In realtà, è già il Tardoantico a sviluppare una serie innumerevole di eresie, con una definizione della Chiesa che filosoficamente non lascia scampo alle ambiguità: eretico è colui il quale nega una o più verità di fede. I problemi sul percorso verso Santiago di Pierre e Jean sono gli stessi che si svilupparono dal III al V secolo dopo Cristo: definire concretamente quali siano le verità di fede, quello che in modo incontrovertibile è fondamento del Cristianesimo, non tanto nel senso di pratica religiosa ma di originalità ed esclusività teoretica.
Per questo sarà utile fissare tre episodi del film, che sono legati rispettivamente ad altrettante epoche storiche. Un religioso viene riesumato dopo anni. Era morto da beato e ritenuto un virtuoso. Un manoscritto, ritrovato postumo, viene collocato nella sua bara ed è la prova della sua adesione all’eresia di Ario. Questo incartamento, sarà bruciato coi suoi resti mortali seduta stante, per ordine di un vescovo.
Subito dopo viene enunciato il dogma della Trinità nella sua formalizzazione post Concilio di Nicea del 325 d. C, nato soprattutto per contrastare l’arianesimo: il Padre non creato e non generato, il Figlio non creato e generato, lo Spirito santo né creato né generato che procede dal Padre e dal Figlio. Più che mai, a conferma della volontà di Ario di negare la natura divina di Cristo, intervengono due uomini che attaccano ferocemente il vescovo, rimarcando i contenuti dell’arianesimo in quanto suoi seguaci. Il viaggio continua. I nostri pellegrini hanno desiderio di pane e riposo. Niente di meglio di un’osteria, dove stanno banchettando un sacerdote e un ufficiale di un corpo militare. A tavola si parla un po’ di tutto. Con sorpresa l’argomento dei due è la transustanziazione, il passaggio del corpo e del sangue di Cristo nel pane e nel vino in modo incruento. Il prelato, prima cerca di persuadere il suo disilluso commensale e poi corregge l’oste, che gli serve un paté a base di lepre: Cristo non è contenuto nell’ostia come la carne di quell’animale in quel piatto. A fare questo errore sono diversi eretici dell’epoca medievale, in particolare gli Albigesi o Catari, convinti che tutto ciò che sia materia, carne, fosse peccato e rifiutando il sacramento dell’eucarestia. Pierre e Jean sono molto incuriositi da questi discorsi.
Quando scoprono che il curato sta delirando e che è in cura psichiatrica, la loro confusione aumenta. Non manca anche un’analisi dei contrasti teologici in epoca moderna. Infatti, un gesuita attende nei pressi della sua dimora un giansenista e dibatte attorno alla natura della Grazia.
Sguainate le spade, i due nobiluomini combattono fisicamente e contrastano le idee del proprio avversario. Pierre e Jean sono chiamati a fare da testimoni e da giudici della tenzone. Non si tratta solo di armi, ma di una valutazione personale, che deriva dalla coscienza dei due spettatori involontari. La loro analisi approda a quello che in filosofia si chiama compatibilismo, una sorta di mediazione tra un mondo predeterminato da Dio ed uno nel quale Dio lascia arbitrio all’uomo in ambito morale e relativamente alle azioni che compie.
PARERGA E PARALIPOMENA
Due battisteri per la pace
Se i copricapi dei vescovi hanno una curvatura c’è un motivo ben preciso. Oltre a creare contrasti e morte fuori dai luoghi liturgici, le mitrie vogliono rammentare un episodio storico ben preciso. Quando a Nicea si svolse un concilio per gestire il problema dell’eresia di Ario, tutti i presenti finirono più volte per usare in modo improprio i loro bastoni episcopali. Se le dettero letteralmente di santa ragione, piegando i loro cappelli. Esiste un solo luogo al mondo in cui il cristianesimo aderente ai dettami di Nicea e l’arianesimo sono stati perfettamente conciliati: Ravenna. La compresenza di entrambi i culti è testimoniata dall’edificazione di due battisteri. Uno è quello destinato agli Ariani, l’altro è detto degli Ortodossi o Neoniano, dal nome del vescovo Neone, che ne favorì i lavori di costruzione. A colpire i visitatori sono due mosaici, pressocché simili. Gesù sta ricevendo il battesimo nel fiume Giordano da parte di Giovanni. A testimoniare la profondità di questo gesto, vi è una bianca colomba, simbolo dello Spirito Santo. Un occhio ben attento, coglie una differenza, un particolare che è notevole in senso filosofico. Nel mosaico del battistero degli Ortodossi, sotto alla colomba bianca e sul capo di Cristo non vi è altro: soltanto la mano di Giovanni che versa dell’acqua. Questo perché la Chiesa ufficiale ritiene, più che mai dopo il Concilio di Nicea, che Cristo possedesse sia la natura umana che quella divina nella stessa persona. Se diamo un’occhiata alla rappresentazione del battistero degli Ariani, oltre alla presenza di Mosè, riscontriamo un effluvio che proviene direttamente dalla colomba. Lo Spirito Santo sta estendendo divinità a Gesù solo nel momento del battesimo: all’atto della sua nascita, questi possedeva esclusivamente natura umana. In un’epoca storica di scarsa alfabetizzazione, i seguaci del Cristianesimo appartenenti a due differenti visioni della fede, potevano essere, allo stesso tempo, divisi da due semplici rappresentazioni e pacificamente conciliati nella stessa città da due mosaici.
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Scheda del film
Regia
Luis Bunuel
Titolo originale
La Voie lactée
Altri titoli
La via lattea
Durata
92 minuti
Genere
Grottesco
Data di uscita
1969
Dettagli dell’opera
Titolo
Battistero degli Ortodossi e Battistero degli Ariani
Particolare dei mosaici del Battesimo di Cristo
Autore
N.d.
Tecnica
Mosaico
Realizzata nel
V sec. d. C.
Ubicazione