Avanti senza paura: Edith Stein
Un cammino progressivo è fatto di incertezze e di fisiologici momenti di debolezza. Tutti coloro che iniziano un percorso vivono sconforto e difficoltà, ma il messaggio che guida le azioni in cui realmente crediamo deve essere solo uno: non avere timori.
Edith Stein vive di una profonda passione per lo studio e mostra un precoce talento per la filosofia. A Gottinga segue con entusiasmo le lezioni di Husserl e viene notata da questo illustre accademico. La ragazza che leggeva ed interpretava i suoi libri, ora potrà salire in cattedra. Una carriera universitaria spianata?
Forse, ma questo tipo di vita non le interessa. A trentuno anni una svolta epocale: la lettura delle opere di Santa Teresa d’Avila la porta a maturare una profonda conversione. Per lei che era di famiglia ebraica la prima dolorosa scelta: il distacco dalle sue origini ed il contrasto con i genitori, specie con la madre. Edith ora è stata battezzata col nome di Teresa. L’altra dura decisione da prendere è quella di fuggire dalla seduzione che offre il mondo, non di meno da quella di un uomo, Franz, che la ama. Il suo spasimante sta subendo l’attrazione del nuovo e stavolta rovinoso fascino del Nazismo: un motivo di più per non interessarsene. Oramai anche la fenomenologia di Husserl non è più il suo credo, altra decisione presa.
L’accusa mossa ad Edith è forte: la sua conversione è una vera farsa ed è il rinnegare quanto aveva appreso attraverso gli scritti dei suoi maestri ne è la riprova.
In realtà, l’analisi della Stein ricalca ancora i contenuti di una rivisitazione della scienza, simile a quella delle Ricerche logiche, l’opera di Husserl che l’avvicinò da giovanissima alla filosofia. Se lo scopo di questa disciplina da migliaia di anni è la ricerca della verità, essa dovrà pur ammettere che c’è anche un’altra scienza dello spirito che opera nello stesso modo: la teologia, che propone di dipanare la verità rivelata attraverso la fede. Più che alla filosofia, Edith/Teresa è ora votata a Cristo. Dal biografico si passa attraverso una rivisitazione de Il castello interiore di Santa Teresa d’Avila. Mentre una sua consorella vive una profonda crisi, poiché pensa alla vita fuori dal convento ed alla possibilità di poter conoscere l’amore e di avere dei figli, prospettiva che è ora impraticabile, la Stein le viene in soccorso. Le sette dimore di cui parla Teresa d’Avila sono un cammino spirituale che da una dimensione allegorica può essere traslato nella quotidianità, da chiunque ne colga i segni tangibili.
Prima stanza: un’anima muta e sorda, ancorata al mondo esteriore. Da quel momento inizia il concreto viaggio nella sua interiorità. Nella seconda dimora l’anima lotta contro le attrattive del mondo e giunge alla conclusione che tutto è effimero. Nelle stanze terza, quarta, quinta e sesta, l’anima vive progressivamente una purificazione derivata dalla meditazione, una lotta tra immaginazione e memoria, il superamento definitivo dal profano e la fine di ogni tentazione. Ma cosa c’è nella settima stanza? Nessuno può saperlo in maniera aprioristica, proprio come l’esito dell’esistenza, anche per chi non crede, in fondo, è così. Ma Edith dice qualcosa in più di Teresa d’Avila: non bisogna avere paura di venire a sapere cosa contenga la settima stanza e, per estensione, non bisogna temere nulla. Le immagini si susseguono. I cancelli delle case, le porte del convento, gli ostacoli fisici sono tutti superabili, come all’interno delle stanze del castello dell’anima.
Anche se la deportazione ad Auschwitz sembra non lasciare scampo, la forza di prepararsi alla fine deve essere superiore ad ogni forma di paura che ne consegue, persino se quel luogo, oltre che nell’anima, si trova nel mondo fisico. L’esito è tremendo: l’ultima stanza è una camera a gas.
PARERGA E PARALIPOMENA
Nodi da sciogliere
L’espressione idiomatica “in primo luogo”, cui segue una narrazione scritta sistematica e per punti tematici, trae le sue origini dalle tecniche retoriche per ricordare gli aspetti salienti di un discorso. Sin dai tempi in cui la Sofistica ha offerto un metodo per migliorare e valorizzare la qualità affabulatrice dei retori, passando attraverso l’emblematica figura di Marco Tullio Cicerone, immaginare che la nostra mente attraversi le stanze di un edificio, nelle quali trova spazio la propria serie di concetti da esporre progressivamente, è da sempre vantaggioso. Così stanze virtuali, ma anche nodi fisici, reali e consecutivi su di una corda sono un buon metodo per ricordare. In questo senso, chi conosce le vicende della Stein può immaginare quanto d’importante vi sia nella possibilità di recitare quotidianamente il rosario e d’immaginare la persistenza della fede nelle dimore di Santa Teresa d’Avila: nodi del rosario e le stanze dell’anima, proprio come nel mondo antico per gli amanti della dialettica. Ma la fede non è solo una serie di nodi per ricordare, ma anche l’occasione di sciogliere, allegorica volontà di rammentare che anche a fronte delle più grandi avversità della vita, credere consente di poter prospettare la risoluzione di qualsiasi problema. Il pittore tedesco Johann Georg Melchior Schmidtner nacque e morì ad Augusta, ma passò un periodo di oltre quindici anni in Italia dove si formò allo stile ed alla conoscenza del barocco, specie di quello che ha voluto dare la propria impronta alle pale degli altari delle chiese veneziane. Nella sua città ha dipinto un quadro che ha ispirato un culto mariano molto particolare: quello di Maria che scioglie i nodi. Venerata dal Sudamerica alla Lombardia, questa rappresentazione vuole proporsi come un punto di incontro tra umano e divino, tra immanenza e trascendenza. Sciogliere i nodi vuol dire avvicinarsi ai misteri della fede, taluni dei quali, forse, risulteranno per sempre non districabili.
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Scheda del film
Regia
Marta Meszaros
Titolo originale
Siódmy pokój
Altri titoli
La settima stanza
Durata
97 minuti
Genere
Drammatico, biografico
Data di uscita
1995
Dettagli dell’opera
Titolo
Maria che scioglie i nodi
Autore
Johann Georg Melchior Schmidtner
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
Inizi XVIII secolo
Ubicazione