L’anamnesi di Platone: conoscere è ricordare
Come si fa a conoscere qualcosa e perché abbiamo quello strano senso di “già noto” quando apprendiamo qualcosa di nuovo? La risposta risiede nel platonismo sin dalle sue origini.
Chi vuole vivere per sempre? Questo è non solo l’interrogativo che emerge nella straordinaria colonna sonora dei Queen, ma anche il quesito che coloro i quali hanno visto Highlander si sono posti. Quando si disvela per gradi l’intreccio narrativo di questo film, apprendiamo che vi sono degli uomini immortali che scoprono di avere questa dote quando un evento violento potrebbe toglierli la vita. Ma non è tutto. Gli immortali possono essere privati della vita solo se decapitati, sono senzienti alla presenza di altri immortali, non possono duellare ed uccidere i loro rivali in terreni consacrati, vedono pian piano invecchiare e morire le donne che hanno amato in secoli di vita terrena e con le quali non gli è concesso avere dei figli. Ovviamente secoli di relazione col mondo, gli danno cultura, abilità marziale nonché una macabra opportunità. Se riescono a tagliare la testa ai propri simili incamerano la loro conoscenza. Questo è il più affascinante riferimento filosofico della pellicola sul quale vale la pena di riflettere. La testa è da sempre il simbolo del sapere, della sede fisica della conoscenza e della razionalità. Un corpo acefalo non è solo morto, ma anche senza queste facoltà. La grande scarica elettrica che ricevono è chiamata reminiscenza, termine caro a Platone e resa della sua anamnesi.
La reminiscenza o anamnesi richiama nel Fedone la memoria di cose vedute o apprese dall’anima prima che tornasse alla vita. In sostanza, l’anima ha contemplato la conoscenza vera quando era svincolata dal corpo ed era a contatto diretto con le “forme”, che comunemente chiamiamo anche “idee” in una traduzione non corretta ma accettata nel platonismo. Quando un immortale decapita un suo simile ne incamera tutta la conoscenza in modo spirituale. L’anima ricorda gradualmente attraverso il mondo sensibile la conoscenza delle idee. Dunque, questo mondo è una sorta di spunto, una situazione che precede e prepara al vero sapere. Più Connor MacLeod vive, più assume degli alias, come l’ultimo, Russel Nash, più taglia teste di altri immortali, più ama e soffre e più conosce, proprio come noi uomini comuni. Se il corpo è una prigione per l’anima, allora conoscere è più che mai ricordare per Platone. Nel film, accendere ogni anno una candela nel giorno in cui Heather, il suo grande amore, era nata, è un modo per far rivivere e ridestare simbolicamente la memoria.
Nel Menone, Platone riferisce di come Socrate sia capace di far comprendere il teorema di Pitagora ad un incolto schiavo, tramite semplici passaggi logici. Evidentemente, la sua anima aveva già conosciuto quell’idea matematica ed ora la ricorda. Sean Connery, al secolo Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez, ha proprio questo atteggiamento con Connor mentre lo addestra all’uso della katana, ma anche a come vivere l’amore ed i suoi sentimenti umani. È il suo Socrate con un metodo maieutico che passa attraverso l’acciaio ed il cuore.
Il finale del film è più che mai disvelante della sua impostazione platonica. Ne resterà soltanto uno?
Sarà proprio Connor a vincere l’ultimo duello con il suo antagonista principale, il violento e sadico Kurgan. Il premio?
Non una vita eterna fisica, ma una vita mortale, dei figli, un amore definitivo con Brenda che ne aveva scoperto l’identità e il potere più grande: la conoscenza assoluta, che gli consentirà di consigliare i potenti della Terra. Il nostro uomo è ora il filosofo saggio, a capo di una “sofocrazia”. Ovviamente il riferimento è all’opera politica più nota dell’Antichità: la Repubblica, dove Platone mette i filosofi al potere proprio perché hanno imparato a conoscere, cioè a ricordare.
Parerga e Paralipomena
Socrate, il bravo maestro
Nel mondo antico l’allievo si legava al maestro per tutta la vita. Questo rapporto di gratitudine anche postuma e di omaggio alla modalità di trasferimento delle conoscenze è presente nel continuo confronto con Socrate, capace anche di proporre un metodo funzionale all’autonomia conoscitiva ed indipendente anche dall’oggetto occasionale della conoscenza: la maieutica. Il metodo è efficace proprio perché funziona per gradi, proprio come la conoscenza che si rivela in modo progressivo nel processo dell’anamnesi platonica. Rendere un individuo colto, dunque, significa anche renderlo progressivamente autonomo, capace di affrontare da solo ogni problema, orientarlo non solo agli strumenti della conoscenza razionale ma anche alla relazione coi problemi e col prossimo. La più grande difficoltà che Socrate ha arginato e che rappresenta il lascito testamentare per Platone e per tutti i suoi allievi non è stata relativa al sapere teoretico, ma a quello relazionale. Tutte le conoscenze valgono ben poco se non riescono ad essere trasferite anzitutto per la propria persona e nel sistema di relazioni umane che abbiamo di fronte a noi ogni giorno. Per tali motivi Jacques-Louis David nella sua Morte di Socrate ha voluto consultare il Fedone per una rappresentazione degli ultimi istanti di vita socratici. Questo studio non è solo l’oggetto di una delle tante commissioni artistiche nell’arco della sua attività pittorica. Accanto a numerosi errori situazionali e cronologici, fra cui spicca Platone con fattezze da vecchio e Socrate con una fisicità straripante, colpisce l’immagine dell’indifferenza alla morte, del dominio degli eventi e dell’attenzione alla superiorità della virtù rispetto ad ogni altro concetto umano. Morire è solo un attimo: questo sembra dire Socrate a tutti i presenti ed alla posterità. A soli sei anni dal termine della sua Morte di Socrate, David assisterà da spettatore privilegiato a centinaia di sentenze capitali durante il Terrore giacobino. A quanti condannati avrà assegnato la stessa imperturbabilità del suo Socrate?
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Scheda del film
Regia
Russell Mulcahy
Titolo originale
Highlander
Durata
113 minuti
Genere
Fantasy
Data di uscita
1986
Dettagli dell’opera
Titolo
Morte di Socrate
Autore
Jacques-Louis David
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1787
Ubicazione