Il Pòlemos di Eraclito
La natura umana vede come contrapposti dei concetti che non riesce a conciliare. Ecco subentrare lo spettro della guerra, intesa a qualunque livello come risoluzione di posizioni divergenti ed in contrasto. Per evitare il conflitto, una possibilità è quella di comprendere come esso sia necessario, ma non come contrasto evidente, bensì come una necessaria compresenza tra inconciliabili visioni del mondo.
L’addestramento consente di ottenere dei risultati nelle situazioni più estreme. Lo sanno bene coloro i quali scelgono la vita militare o sono costretti ad apprendere i duri modi con cui potranno difendersi in battaglia. La Guerra in Vietnam ha bisogno di giovani pronti ad uccidere ed è con questo spirito che essi vengono formati nelle settimane che precedono il loro impegno in combattimento. Tante sono le figure che potremmo ricordare. Il simpatico texano Cowboy, l’ipocinetico Palla di Lardo, il rigido sergente Hartman, il possente Animal, ma più di tutti colpiscono le capacità intellettuali del soldato Joker, così soprannominato per una sorta di sorriso stampato sulle labbra. Questo ragazzo ha uno spirito estremamente critico rispetto a quanto gli accade intorno, che esprime in modo non convenzionale. Ad esempio, si rifiuta di affermare che vuole bene alla Vergine Maria. All’interno del campo d’addestramento ed in piena Guerra fredda è un atto imperdonabile. Il sergente Hartman gli impone di dichiarare la sua fede cristiana e lo definisce ateo e comunista.
Joker però si rifiuta. Sa che se ritratterà, sarà ritenuto un vigliacco ed un incoerente e questo gesto lo porterà ad essere promosso immediatamente caposquadra. Ma questo non è l’unico conflitto personale che Joker vive in un clima di guerra collettivo. Si sente di proteggere Palla di Lardo, di averne pietà, di aiutarlo anche nelle prove fisiche, ma non si esime dal punirlo in un pestaggio notturno di gruppo.
Follie, esasperazioni, gesti insani precedono l’invio al fronte ed il nostro occhialuto militare ne è testimone diretto, fino alla sua partenza per il Vietnam. Qui Joker è impegnato come reporter. Affronta un dialogo disvelante per la sua posizione filosofica sulla guerra. Sul suo elmetto c’è scritto “nato per uccidere”, ma un colonnello nota una profonda contraddizione con quell’affermazione, poiché Joker ha sul giubbotto un simbolo di pace.
La risposta è faticosa e tardiva, ma sincera: si tratta della dualità dell’essere umano. Il riferimento a questo concetto è stato espresso per la prima volta dal filosofo Eraclito. La sua definizione di Pòlemos è quella di un equilibrio che risiede non nella pacificazione, ma in una compresenza, nel mantenimento di spiriti opposti, un conflitto perennemente bilanciato. In sostanza la guerra intesa come morti e battaglie è una disarmonia, perché subentra quando posizioni divergenti di due schieramenti non sono mantenute e comprese come fisiologiche, ma una vuole prevalere sull’altra. In natura luce e tenebre, secco ed umido, caldo e freddo sono parte di un identico giorno, ma l’uomo non se ne rende conto e pensa che in quanto in lotta, queste coppie di contrari debbano avere un vincitore per ogni disputa. Joker sa che le cose non stanno così. Per questo vive in un modo caritatevole e repressivo, si comporta da dichiarato pacifista ed è anche desideroso di andare in prima linea per uccidere, appare sensibile ai nemici morti ma è il freddo giustiziere di una ragazza vietcong moribonda.
Sono atteggiamenti opposti e compresenti di quella che non è la sola Guerra in Vietnam, ma l’essenza stessa della natura umana. Joker non è illogico, ma vive individualmente il Pòlemos eracliteo, la pacificazione attraverso l’affermazione di opposti che risiedono anche nella sua stessa persona. Non ci sorprende allora che lo stesso finale del film sia un omaggio a questa apparente contraddizione.
Mentre i soldati statunitensi hanno seminato morte e distruzione, marciano cantando The Mickey Mouse Club March, un inno di innocui cartoni animati che avevano sicuramente visto ogni sera da bambini.
PARERGA E PARALIPOMENA
Storia di una pacificazione
Quando i liceali s’imbattono per la prima volta nello studio della filosofia, restano colpiti da un profondo contrasto. Si chiedono come mai nei loro manuali non compaiano filosofie orientali. Eppure sono più antiche e i loro simboli sono radicati anche in Occidente. Quanto meno hanno sentito parlare attraverso moda e cultura dei loro nomi: confucianesimo, buddismo, induismo, taoismo, shintoismo gli saranno balenati subito alla mente anche attraverso i fumetti o i cartoni animati. Uno dei primi concetti che viene loro proposto è quello di una scelta. Nel terzo anno del loro corso di studi, viene analizzata quasi esclusivamente la filosofia greca. Il motivo risiede nel primato di due parole chiave, mythos e lògos nonché in una maggiore capacità sistematica, astrattiva e speculativa dell’Occidente sull’Oriente. Inizia una frattura che è sempre più insanabile e che porta anche gli addetti ai lavori ad essere più colti e profondi nella disamina del mondo greco rispetto a quello orientale: è nata la famosa querelle tra Occidentalisti ed Orientalisti. Ma questa lotta tra due scuole trova un punto d’incontro in un filosofo: Eraclito da Efeso. Il suo Pòlemos propone un’esplicita forma di analogia ai principi del taoismo. La possibilità di una pacificazione tra tendenze differenti è concreta. La guerra perenne alla base dell’armonia cosmica non è altro che un versante leggermente differente dello spingersi verso forze opposte, che trovano conciliazione, equilibrio, compresenza. Dalle coste della Ionia alla Cina non vi sarebbe differenza: il mondo è dominato da un perenne conflitto che è in realtà la base della conciliazione. Ma Eraclito è solo una delle grandi menti che hanno proposto punti di analogia col taoismo. Non sappiamo se in modo voluto o per una semplice assonanza concettuale, ma anche il particolare della creazione di Adamo nel Giudizio universale di Michelangelo, altro non è che la trasmissione dell’Energia vitale da parte di Dio all’uomo, quella che in ambiente taoista si chiama Shen.
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Scheda del film
Regia
Stanley Kubrick
Titolo originale
Full Metal Jacket
Durata
116 minuti
Genere
Drammatico, guerra, satirico, thriller
Data di uscita
1987
Dettagli dell’opera
Titolo
Il Giudizio universale (particolare)
Autore
Michelangelo Buonarroti
Tecnica
Affresco
Realizzata nel
1536-1541
Ubicazione