La rimozione tra Freud e Locke
Ricordare è un pregio, ma rivivere in modo preciso ogni evento già vissuto porta alla spiacevole esperienza del rammentare un dolore. Sarà possibile lavorare sulla propria mente per trovare un modo di dimenticare gli eventi dolorosi del passato?
Joel e Clementine sembrano inseriti in una vicenda di cui hanno scelto di essere gli attori protagonisti, una storia dove la ricerca dell’oblio e dell’inconsapevolezza fanno da sfondo al titolo di un’opera del poeta inglese Alexander Pope. Amarsi, pensare di essersi incontrati per caso. Scoprire che una parte di noi non potrà cancellare il ricordo di quanto c’è stato, sperare di poter ottenere il privilegio della rimozione, di una disconoscenza mirata del passato, quella del dolore vivo, di chi non ha ancora dimenticato, proprio perché ha amato. Ma come vive la nostra mente il problema della selezione delle proprie conoscenze ed esperienze quando esse ci danno dolore?
Nella vicenda s’ipotizza l’esistenza della clinica Lacuna Inc. nella quale, in modo cosciente, si può richiedere chi e cosa cancellare in modo selettivo dalla propria memoria. L’allusione filosofica è anzitutto ai meccanismi di difesa dell’Io proposti da Freud e sviluppati dalla propria figlia Anna. Il nostro intelletto è capace di difendersi dal dolore o addirittura dalla psicopatologia tramite una serie di espedienti, soventemente attuati in modo del tutto inconsapevole. Altre volte è la stessa psicopatologia ad indurre ad essi. È il caso ad esempio delle forme di nevrosi, psicosi e dei disturbi della personalità. Per questo, tutto il film è incentrato sulla rimozione, ovvero sugli atti di cancellazione forzosa di ogni ricordo negativo.
Nel dipanarsi della vicenda, questo processo è ben evidente, poiché mentre Clementine non si oppone inizialmente alla cancellazione di Joel dalla sua mente, a parti inverse questo non è possibile, in quanto il tentativo di rendere conscia e consapevole la rimozione (generalmente inconscia ed inconsapevole) trova opposizione nella volontà di Joel.
Una macchina non riesce a battere l’intelligenza umana quando si parla di ricordi non esclusivamente legati a dati, a meri record. Non a caso, l’uso di droghe, sostanze alcoliche, la volontà di esperienza forti e la ricerca di uno svago forzoso hanno la stessa logica di artificiosa volontà di agire in tempi rapidi sulla rimozione, con lo stesso disastroso risultato in termini di serenità d’animo. Quanto sia impossibile creare artificialmente e scientemente ciò che deve avvenire naturalmente ed inconsciamente è ben visibile nel finale del film, che è un omaggio indiretto alla memoria di Locke e del suo “Saggio sull’intelletto umano”. Secondo il filosofo inglese, tutti nascono con una mente che è “tabula rasa”, un gigantesco foglio bianco sul quale solo l’esperienza potrà fornire conoscenza. Joel e Clementine ascoltano delle registrazioni su musicassetta, da loro originate presso la clinica Lacuna Inc. e decidono che, nonostante tutto, l’esperienza dell’amore, un eventuale nuovo litigio, l’ennesima separazione, vadano comunque vissute, poiché unico viatico di conoscenze possibili.
Poco importa quanto di cattivo si erano detti e quanto emergeva da quei nastri. Non è semplicemente provare o testarsi. Ora è necessario esperire per conoscere, per offrire il decorso naturale dell’amore. Joel e Clementine hanno imparato a distinguere fugaci emozioni da duraturi sentimenti. Forse non cederanno più alla tentazione di cancellare i loro stessi sentimenti partendo da piccole emozioni con essi dissonanti.
In sostanza, non torneranno alla Lacuna Inc. non appena avranno un piccolo litigio. Locke soleva dire che gli esseri umani sono così scontati nei rapporti sentimentali. Cuori spezzati, delusioni, tradimenti la fanno da padrona. In fondo al loro animo c’è però la consapevolezza che non appena ci si frantuma, quelle crepe possono essere aggiustate e questo, ovviamente, lo si apprende solo con l’esperienza dell’amore.
PARERGA E PARALIPOMENA
La salute e l’oblio
Un proverbio cubano recita che per essere felici occorrono due cose: la salute e l’oblio degli eventi negativi che sono accaduti nel passato. Si tratta anche di un tipico augurio da porgere alle persone care in vista di un nuovo anno. Ma è proprio questa la ricetta per la serenità? La biologia sembra non essere d’accordo. Le ossa crescono con fatica quando devono consolidarsi. Il loro continuo rigenerarsi costa sacrificio al corpo umano. Tutti i ragazzi conoscono bene il dolore alle ginocchia. Lo hanno provato quando la loro statura si consolidò definitivamente. Dunque, ricordare un dolore può essere funzionale per un attivo patire, per guardare al proprio passato come fondamento solido per il futuro. Salvador Dalì racconta che in un’afosa giornata estiva stava assistendo al lento ed inesorabile sciogliersi di una fetta di formaggio. La fusione di quell’alimento, successiva ad una cena con degli amici, ispirò uno dei suoi più noti quadri: La persistenza della memoria. Si accinse immediatamente a dipingere degli orologi molli, disciolti proprio come il camembert che era poco prima davanti ai suoi occhi. Ma qual era la sua percezione della memoria? La presenza di una mosca su di uno degli orologi, simboleggia l’idea che ricordare talvolta porta ad una sorta di putrefazione mentale. Come quel sudicio insetto spesso vola insistentemente su di una carogna, il rimestare del tempo offre un’inutile insistenza su ciò che ci ha tormentato e dato dolore. Allo stesso tempo, però, le formiche brulicanti sull’orologio arancione rappresenterebbero una sorta d’incorporeità. Il loro essere in gruppo, non consente di afferrarle. Esse sfuggono, proprio come il tempo. Forse Dalì aveva ben chiaro lo spauracchio del tempo che passa, anche funzionalmente al fatto di essere più giovane di Gala, la sua musa e compagna che poteva lasciarlo solo, come del resto accadde. Il vero dolore che il tempo ci comunica è l’unico oblio che non potremo ottenere mai: quello della consapevolezza di aver sprecato minuti preziosi in talune occasioni.
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Scheda del film
Regia
Michel Gondry
Titolo originale
Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Altri titoli
Se mi lasci ti cancello
Durata
108 minuti
Genere
Commedia, drammatico, sentimentale, fantascienza
Data di uscita
2004
Dettagli dell’opera
Titolo
La persistenza della memoria
Autore
Salvador Dalì
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1931
Ubicazione