La ragion di Stato
La scelta di come vivere è condizionata dai nostri sentimenti. Ma in essa risiede anche la necessità di una stabilità e di una serenità perdurante. Come per una grande organizzazione, anche le nostre occorrenze di vita, piccole o grandi che siano, possono essere guidate dalla ragione.
Chuck ha un padre onesto che fa il conducente di autobus. Questi non ha un buon rapporto con Sonny, il mafioso del suo quartiere, il Bronx di New York. Ma il figlio, più che non seguire gli insegnamenti di un padre squattrinato ma incensurato, preferisce coprire esplicitamente ed a pochi anni di età un omicidio, di cui è autore Sonny e del quale è testimone oculare. Ne consegue un rapporto di progressiva fiducia che gradualmente porterà Sonny ad essere il consigliere della vita relazionale di Chuck in chiave quasi politologica.
In una scena esemplificativa, Chuck ha un credito di venti dollari con un ragazzo che lo evita ed elude il dialogo con scuse poco credibili. È irritato per questa offesa alla sua intelligenza.
Sonny lo fa riflettere proprio su questo: non sono i soldi ad indispettirlo, quanto la presa in giro. E così la geniale trovata: una persona del genere meglio perderla che trovarla, con soli venti dollari se lo è tolto dalla vita, un problema in meno per il governo della sua stessa esistenza, sulla scorta dei Discorsi sulla prima deca di Tito Livio di Machiavelli.
Il pensatore fiorentino è nuovamente ed esplicitamente citato rispetto alla logica “dell’essere presente” nel quartiere. L’odio dura più dell’amore, e la paura ancor più dell’odio, per questo meglio essere temuti che amati per mantenere il potere. Dunque è forse questo il messaggio più forte di chi ha studiato come mantenere vivo il governo, come non perderlo. Essere visibili e presenti nel quartiere vuol dire far sapere che chi comanda c’è, è reperibile ed identificabile e che ai propri sottoposti deve dare il giusto, sapendo che potrebbero tradirlo da un momento all’altro: un versante molto caro al Principe. Come la mettiamo con l’amore?
Suprema lex è il mantenimento di un legame, ma che sia non solo su sentimenti, ma su basi solide, proprio come la salvezza dello Stato che Bodin consiglia nei suoi Sei libri della Repubblica. Chuck si è invaghito di una ragazza di colore. Un atto grave in un’America ancora dichiaratamente razzista ed in un contesto di bianchi ed italoamericani. Ma non conta solo quello che i due provano l’uno per l’altro (cosa comunque marginalmente rimarcata da Sonny). Il valore della stabilità è più importante di tutto. Se la giovane passerà il test della portiera allora andrà bene: meglio mollarla subito in caso contrario. Una volta che le verrà aperto lo sportello lato passeggero, se lei non farà nulla per alzare la sicura del lato conducente, favorendo l’ingresso del proprio accompagnatore, allora il suo egoismo sarà più forte dell’amore.
Nella ben nota ragion di Stato comune a tanti politologi moderni, anche l’amore necessita di calcoli, anche un fratello può essere condannato a morte senza pietà.
Parerga e Paralipomena
La mediazione
Il mondo antico ha considerato l’attività politica come un atto naturale. Ben nota è la definizione aristotelica dell’uomo come zôon politikòn. Più che con la tradizionale traduzione di “animale politico”, la migliore resa è quella di un essere destinato alla vita della polis, l’unico ambiente nel quale può rendere al meglio. Hobbes, Machiavelli, Bodin non solo hanno detto che la politica è un’attività artificiale nata per offrire sicurezza e stabilità ai governi a fronte di un pessimismo antropologico che li animava, ma anche che in essa risiede la necessità di creare un apparato stabile di mediazione. Pur essendo un’inevitabile conseguenza dell’agire umano, la guerra ed ogni altra forma di conflitto vanno sempre più evitati. Il motivo non risiede in un’anacronistica filantropia dei politologi del XVI e XVII secolo, ma nel fatto che essa non è conveniente, nemmeno allo Stato militarmente più forte. Ecco allora che la politica assume un tratto che anche oggi riteniamo imprescindibile: la capacità di mediare, di ammorbidire, di stemperare le tensioni. Questo tratto era ben noto ad Hans Holbein il Giovane, autore de Gli Ambasciatori. Nel rappresentare uno dei due protagonisti, Jean de Dinteville, Holbein sembra quasi elevarlo al rango di un sovrano, di un nuovo custode del potere del mondo in ogni sua sfaccettatura. Gli oggetti che fanno da sfondo avvalorano questa tesi: un globo celeste, uno terrestre, un liuto, un libro di inni sono esempi del valore incommensurabile delle ambascerie, talvolta capace anche di superare scismi religiosi ed attriti insanabili. Cosa può arrestare questo nuovo potere, alla base di ogni forma di legittimazione di ogni forma di autorità temprale e spirituale del Cinquecento? Solo la morte, ai piedi di entrambi i giovani ambasciatori, in un teschio che può essere palesemente scorto solo a certe angolazioni e con un oggetto cilindrico di vetro simile ad un bicchiere. Magari quei diplomatici avranno assaporato dello champagne, la gloria, i fasti e sul fondo del calice l’ultimo appuntamento.
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Scheda del film

Regia
Robert De Niro
Titolo originale
A Bronx Tale
Altri titoli
Bronx
Durata
121 minuti
Genere
Drammatico, gangster
Data di uscita
1993
Dettagli dell’opera
Titolo
Gli Ambasciatori
Autore
Hans Holbein il Giovane
Tecnica
Olio su tavola
Realizzata nel
1533
Ubicazione