Il ponte di Zarathustra
Un animo ben definito e stabile non sempre consente agli altri di poter aprire nuove frontiere del proprio spirito o delle loro conoscenze. Talvolta per quanto tormentato, chi può offrirci qualcosa in più è come un ponte da attraversare
Jasmine è una donna perennemente in difficoltà che si scontra con il mondo ed è dipendente dall’alcol e dagli psicofarmaci. Viene da una crisi matrimoniale scaturita dalla pluriennale infedeltà del marito Hall. Tutto questo è narrato in un perenne confronto cronologico tra il suo attuale presente a San Francisco ed il passato a New York. Una donna prima ricca, agiata, amante del fitness, dei viaggi in Europa, della vita sociale, fiera del proprio figlio, ora sola, povera, costretta a sbarcare il lunario ed a giustificarsi perennemente.
Due città tanto lontane e diverse, ciò che gli statunitensi chiamerebbero un viaggio coast to coast. Una sull’Atlantico, l’altra sul Pacifico, per ammissione della stessa Jasmine, New York viene lasciata alle spalle e quei nuovi luoghi le ricordano il suo amato Mediterraneo. Ma alle spalle Jasmine non si lascia nulla.
In realtà accade il contrario, cioè che tutti le voltano le spalle: il marito infedele e poi suicida, il figlio deluso dai comportamenti materni e dalla sua telefonata all’Fbi sulle malefatte finanziarie del padre, la sorella adottiva perennemente in stato di accusa nei suoi riguardi,
le presunte amiche omertose sulle relazioni extraconiugali del suo Hall e di cui tutto il mondo sapeva, l’ex cognato truffato, il dentista dal quale lavora come segretaria che si rivela un molestatore sessuale. Viene abbandonata persino da Dwight, l’uomo da poco vedovo, che avrebbe dovuto sposare e del quale conosce gli anziani genitori in una sorta di fidanzamento ufficiale: nessuno le perdona nulla, nemmeno i nipotini in una tavola calda.
Jasmine ha mentito, ha agito d’istinto, ha sbagliato, è stata delatrice, zia poco premurosa, cattiva professionista, incapace potenziale arredatrice d’interni. Tutto questo è vero, ma la sua ossessione non è dover pagare per tutti i suoi errori, ma l’impossibilità di “attraversare la vita” di poter andare oltre le proprie crisi di pianto, i suoi monologhi, il suo essere logorroica con gli sconosciuti. Unico momento felice? L’immagine paradigmatica in cui in una Bmw serie 5 color oro si trova ad ammirare il Golden Gate Bridge con Dwight, in condizioni di luce e di visibilità da cartolina. Torna inesorabilmente la necessità di parlare del ponte, ora costruzione anche fisicamente visibile. Scrive testualmente Nietzsche nel prologo dello Zarathustra <<l’uomo ha il compito di trasformare se stesso. La grandezza dell’uomo è di essere un ponte a metà strada tra la bestia e l’Oltreuomo e non uno scopo: nell’uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto. Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una transizione>>. Jasmine è in mutazione, in transizione, sarà al tramonto di questo dolore, proprio come nella splendida vista del ponte che collega l’Oceano Pacifico alla Baia di San Francisco? Non è così. In altre celeberrime pagine, Nietzsche definirà la sua persona un ponte, invitando i suoi lettori ad attraversarlo. Questo è Jasmine, un ponte: è stata calpestata da tutti, ma forse proprio perché li ha implicitamente invitati ad “attraversarla”. In effetti ha consentito al figlio, alla sorella adottiva, all’ex cognato ed agli uomini cui non si è concessa di poter mutare la propria vita, passando metaforicamente sopra di lei. Jasmine è una vittima? No. Non le piacerebbe essere definita in questo modo. Quando dichiara il proprio nome a Dwight, parla delle peculiarità del gelsomino e racconta tante bugie, ad eccezione di una profonda descrizione del suo lavoro, che in realtà è un sogno ma nel quale se la caverebbe bene: arredare con gusto. Ma ora c’è un’altra casa da lasciare, un altro ponte da costruire o attraversare verso il futuro.
Se il pensiero è questo, cosa volete che importi a Jasmine se sta parlando da sola su di una panchina ed ha i capelli ancora bagnati?
Parerga e Paralipomena
Tradire il maestro
Il mondo antico ha trasmesso una visione profonda del rapporto tra allievo e maestro. Un connubio che propose dualismi incredibili: Socrate e Platone, Aristotele ed Alessandro Magno ne sono esempi tangibili. Mai il legame tra chi ha insegnato e chi ha appreso non si sarebbe rotto soprattutto in funzione di un’attenzione e di una guida verso un perenne stato di ammirazione. Quanto è stato appreso, è stato fatto proprio più facilmente grazie ad un’eredità che anche in futuro avrebbe accompagnato i grandi uomini. Nella sua perenne ricerca di un’alternativa extra morale al dibattito etico occidentale, Nietzsche ribadirà come il vero scopo di un allievo sia quello di tradire il maestro. Questo anzitutto per un ordine di ragioni di natura logica. Ogni allievo sarà egli stesso maestro e non potrà restare perennemente nella condizione di colui che apprende e non è capace di generare un pensiero autonomo. Inoltre, un atteggiamento diffidente rispetto a precedenti insegnamenti ricevuti, non può che essere positivo perché produttivo e rinnovatore. Infine la vera riconoscenza risiede proprio nell’autonomia di chi tanto ha ricevuto in dono. Un’eredità culturale del passato deve essere collocata in modo differente nel proprio tempo storico per essere viatico per il tempo che verrà: uno spirito che Nietzsche chiama critico. Era proprio questo lo scopo del gruppo di artisti formatosi a Dresda nel 1905 che guarda caso prese il nome de Die Brücke, ovvero il Ponte, in omaggio allo stesso passo dello Zarathustra di Nietzsche che anima filosoficamente il film di Allen. Il loro manifesto è esplicito: una poetica verso un futuro felice e perfetto in un ponte tra la tradizione ottocentesca e l’innovazione novecentesca. Come non ricordare L’artista femminile di Ernst Ludwig Kirchner del 1910? La somiglianza con lo sguardo perso di Jasmine è notevole ed anche qui non manca una bottiglia di superalcolici ed un divano in cui sprofondare in attesa di tempi migliori.
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Scheda del film
Regia
Woody Allen
Titolo originale
Blue Jasmine
Durata
98 minuti
Genere
Drammatico, commedia
Data di uscita
2013
Dettagli dell’opera
Titolo
Artista Marcella
Autore
Ernst Ludwig Kirchner
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1910
Ubicazione