7 chili in 7 giorni: Epicuri de grege porcum
Per raggiungere un obiettivo, la tenacia e l’ostinazione sono da sempre le migliori armi. Il rischio concreto, tuttavia, è la perdita di ogni principio di piacere, la frustrazione, l’autoannullamento psicologico ed una reazione trasgressiva, diametralmente opposta alla nostra condotta ordinaria, esasperati da un regime di forzosa privazione per uno scopo
Ad augusta per angusta. La sentenza parla chiaro: si raggiungono le vette in qualsiasi campo della vita attraverso duri sacrifici. Il motto sottende anche che la guida per giungere a risultati straordinari dev’essere capace, carismatica e competente. I dottori Alfio Tamburini e Silvano Baracchi si propongono di arrivare ad un’incredibile perdita di peso: sette chili in sette giorni. Chi frequenterà la clinica della salute che hanno da poco aperto senza ottenere questo livello di dimagrimento, potrà permettersi di non pagare consulenza e permanenza, a patto che li ascolti e che si metta in discussione.
I due medici si conoscono dai tempi della laurea, conseguita nello stesso giorno e con valutazioni molto basse. Alfio aveva in gestione un centro estetico, ha una moglie molto benestante e dei cognati che non credono in lui, che gestiscono con profitto negozi di surgelati. Silvano si era ridotto a fare il commesso viaggiatore di pseudo presidi sanitari ed aveva salvato Alfio dal presunto decesso di un onorevole, erroneamente ritenuto morto durante una sauna. La considerazione più interessante è una: chi sono i frequentatori di Villa Samantha? Si tratta di persone estremamente insoddisfatte: il peso è un problema secondario. Un Monsignore che si occupa di fame nel mondo e che non è credibile, l’assessore Turri poco aggraziato nel suo aspetto sui manifesti elettorali, l’adolescente Paolone viziato e da regimentare oltre ogni dieta, una cantante lirica che cerca una diversa estensione vocale, un pugile fuori categoria di peso, un’anziana signora che ha problemi con l’ascensore e persino una coppia di mezza età che è desiderosa di rivivere una sessualità nuovamente soddisfacente post dimagrimento. Queste persone cercano non tanto una perdita di peso, quanto una ritrovata felicità, in un luogo dove si coglie l’approssimazione medica, la scarsa solidità dei materiali dei mobili, l’incapacità del personale, la mendacità pubblicitaria, degli annunci, delle informazioni storiche fornite ai presenti. La loro reazione è un assalto alle cucine, il nascondere cibo, l’accusarsi a vicenda di barare sul digiuno imposto. Tra vicende rocambolesche, nuove possibili paure di decessi e il contrasto coi cognati, forse il più insoddisfatto è proprio Alfio, che si sente solo e pieno di debiti. Nelle vicende, troneggia un senso di paura della morte, dietro l’angolo non solo per chi è obeso, come si vede in un lugubre dipinto nella sala dove i degenti consumano i pasti.
Alfio è disperato e quando scopre che l’onorevole, ritenuto morto, in realtà è vivo ed è un suo nuovo e potenziale cliente, rincorre in bicicletta Silvano, che fugge su di uno scooter.
Un incidente porterà entrambi in ospedale. Qualche ammaccatura per Silvano, un forte trauma cranico e uno stato di shock per Alfio. A questo punto, nella vicenda colpisce il discorso di un professore britannico di storia dell’arte e di filosofia, compagno di stanza di Alfio e Silvano in ospedale, che insegna estetica all’università.
Questi sottolinea che la severità con la quale i due gestivano Villa Samantha è folle e innaturale: il loro progetto era fallimentare sul nascere. Alfio ha avuto una totale dissociazione dalla realtà dopo l’incidente sulle due ruote, avvenuto a causa della presenza di dei maiali sulla strada, che gli avrebbero ricordato i suoi pazienti che lo calpestavano. L’uomo non è stato fatto per privarsi del cibo e per vivere con frustrazione il rapporto con esso. Non di meno, grandi pittori come Tiziano, opere riferite a Giunone e la Venere Callipigia, insegnano che la magrezza non fa bellezza. Alfio si ridesta: anche Buddha e Giovanni XXIII erano in carne.
Questo richiamo alla cultura umanistica è una chiara allusione al “gregge dei porci d’Epicuro” del quale si vantava di far parte il poeta latino Orazio in una lettera al proprio collega Tibullo. Com’è noto, l’epicureismo non va inteso come la filosofia del piacere perverso, dell’edonismo a tutti i costi. Si tratta, invece, di un pensiero che cerca di rifuggire le paure e i dolori. Nel film viene usata la paura della morte per chi è in notevole sovrappeso come inefficace deterrente. Non è inferiore il senso d’insoddisfazione di tutti i protagonisti: fa eccezione il solo Silvano, distaccato da ogni tensione, imperturbabile, probabilmente il vero epicureo della vicenda. In effetti, il traguardo di un benessere fisico e di un conseguente dimagrimento non è certo una prospettiva negativa. Tuttavia, il principio attraverso il quale lo si sarebbe potuto raggiungere non è né la paura né la privazione, ma un lento e costante miglioramento del proprio stile di vita, la priorità di altri piaceri rispetto al solo cibo, la socialità e la fratellanza di tutti i degenti della casa di cura. Probabilmente, se fosse stato in vita, Epicuro avrebbe consigliato questo ai gestori di Villa Samantha che, in modo goliardico, cambiano attività professionale dalla medicina alla ristorazione.
PARERGA E PARALIPOMENA
Il cheat day
I visitatori del Museo Archeologico di Napoli saranno sicuramente stati colpiti dalla sala della Villa dei Papiri, un luogo che custodisce gli elementi artistici di una domus che ospitava l’unica biblioteca sopravvissutaci del mondo antico a causa dell’eruzione del Vesuvio. Tra le statue in bronzo, spicca quella di un maialino, leggermente decentrata in un angolo alla destra dei visitatori. Torna il tema dei suini citati da Orazio, non già intesi come gozzovigliatori. In effetti, la filosofia epicurea è anche un chiaro messaggio alla distensione dal punto di vista alimentare, senza una perpetua trasgressione. Vi sono grandissimi sportivi che hanno diversi chili in più e che non per questo avvertono un ostacolo alla qualità delle loro prestazioni, padroneggiate dalla loro tecnica e da una serenità d’animo che traspare dal loro gioco. Si pensi all’Mvp del campionato professionistico di pallacanestro negli Stati Uniti, il più competitivo al mondo. Si tratta del serbo Nicola Jokic che adora i suoi cavalli, la birra e il cibo in ordine decrescente. Appare sempre allegro e sorridente, scanzonato e gioioso. In effetti, anche l’ambito dietologico contemporaneo è notevolmente mutato negli ultimi anni. Negli anni Ottanta, troneggiava in America il modello della Weight Watchers. Pasti con pochi condimenti. Sale ed olio quasi assenti, zuccheri sostituiti con edulcoranti, anche nelle bibite gassate. Il risultato fu lo stesso dei protagonisti di 7 chili in 7 giorni: trasgressioni alimentari diffuse. Oggi si parla insistentemente di cheat day, un giorno a settimana nel quale si può tranquillamente mangiare senza ristrettezza calorica per “ingannare il corpo”, che non si accorge di poche ore di sgarro rispetto ad un perdurare nell’ipocaloricità: un omaggio all’allegria del maialino epicureo!
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Scheda del film

Regia
Luca Verdone
Titolo originale
7 chili in 7 giorni
Durata
105 min
Genere
Commedia
Data di uscita
1986
Dettagli dell’opera
Titolo
Porcellino
Autore
Autore ignoto
Tecnica
Statua in bronzo
Realizzata nel
I sec a. C. e ritrovata nel 1756
Ubicazione