Il paradiso può attendere: il mito di Er e la metempsicosi
Tornare alla vita. In un altro corpo umano, in un animale o in un vegetale, per analogia o per contrasto rispetto alla precedente esistenza, con perfetta conoscenza del sapere maturato in passato o in totale ignoranza di quello che abbiamo già esperito ed appreso. Una suggestione plurisecolare che non smetterà mai di affascinare l’umanità
Joe Pendleton è un giocatore di football americano professionista. Il suo ruolo di quarterback è tra i più delicati in campo, il suo ginocchio non è al massimo, per di più è a fine carriera. Sta recuperando dall’infortunio con allenamenti extra. È un atleta esemplare. Non ha invidia per il suo pari ruolo Jarrett, anzi lo stima in qualità di capitano, ritiene che i suoi rivali siano le venticinque squadre concorrenti, suona strumenti a fiato mentre visiona i filmati dei propri avversari di gioco. Mangia sano e rifugge ogni forma di doping. Il suo coach lo vorrebbe, dopo tempo, titolare per la prossima partita: l’annuncio è nel giorno del suo compleanno. Mosso da entusiasmo, Joe si mette in bicicletta. Purtroppo è investito da un furgone che compie un sorpasso azzardato. Mentre è in una stazione di transito per poter prendere un ipotetico aereo che porta le anime all’altro mondo, Joe continua coi suoi virtuosismi, conservando la natura essenziale di quando era in vita: musica e sport sostengono le sue ragioni in quello che ritiene essere un sogno coi suoi interlocutori.
Non dovrebbe essere lì. In signor Jordan gli spiega che quello non è un momento onirico. Joseph Pendleton è morto. Tuttavia c’è un errore: l’anno previsto per il decesso era il 2025. Cosa fare ora? Purtroppo Joe è stato cremato. Potrà tornare alla vita solo nel corpo di un altro mortale. Ora si assiste ad una rivisitazione del mito platonico di Er, narrato nel libro X della Repubblica. Secondo Platone, il valoroso eroe potrà tornare alla vita. Lo farà prima di essere arso su di una pira, evitando il destino occorso al protagonista del film, e racconterà ai suoi simili quale sarà l’iter che tutte le anime seguiranno post mortem. Quello che è ulteriormente analogico con la vicenda di Joe è la facoltà di scelta in base al sapere ereditato nella vita precedente, sotto la guida del signor Jordan. Joe vorrebbe un corpo atletico per disputare la partita contro Dallas o quanto meno per rimettersi in forma. Un circense equilibrista ed un pilota di auto da corsa potrebbero andar bene. Sfortunatamente muoiono prima della trasmigrazione dell’anima. Il suo spirito puro, lo porta ad accettare di entrare nel corpo del magnate Leo Farnsworth, che stava per morire avvelenato. A coinvolgerlo è non solo la passione per lo sport. Ora c’è anche l’amore della signorina Betty Logan, un’ambientalista britannica che aveva raggiunto gli States proprio per protestare contro le politiche anti ecologiste di Farnsworth.
Joe, ora Leo, se n’è innamorato perdutamente e rivede clamorosamente in una riunione aziendale i piani ambientali delle industrie Farnsworth. Chiederà la mano di Betty, promettendole di divorziare dalla propria moglie. L’unico che conosce tutti questi eventi è il suo coach, che si trova col problema che Joe-Leo ha rilevato la proprietà della squadra e vorrebbe giocarvici.
Da bravo quarterback, condurrà alla vittoria il suo team e incontrerà nuovamente Betty Logan, per assaporare con lei un profondo e sincero amore, spontaneamente ricambiato.
In fondo, l’obiettivo della metempsicosi pitagorica è quello d’interrompere una concatenazione di trasmigrazioni dell’anima nei corpi. Non resta che una flebile consapevolezza del passato. Una love story a lieto fine è quanto di più estatico si possa augurare all’anima su questa terra, specie se ad accompagnare le due anime c’è una voce ed un pensiero che sembra familiare, perché proveniente da una misteriosa sapienza di cui non si conosce l’origine!
PARERGA E PARALIPOMENA
Quel cane è un mio vecchio amico
Diogene Laerzio è stato uno dei più noti esperti e biografi della filosofia antica. Questi racconta un episodio riferito a Pitagora. Il matematico e pensatore di Samo notò che un cane veniva maltrattato. Riferì all’uomo che lo stava percuotendo che doveva smetterla immediatamente. Infatti, aveva riconosciuto nei latrati di quell’animale, l’anima di un suo amico attraverso il timbro della voce misto ai lamenti. Tra il serio ed il faceto, la metempsicosi è anche un modo per anticipare una serie di elementi forti dell’etica contemporanea, già presenti in delle menti superiori del mondo antico. Il rispetto per ogni vivente, a prescindere dalla sua natura umana, è un qualcosa che ad ogni latitudine del pianeta si è già affermata migliaia di anni fa. Oggi viene riconosciuto anche giuridicamente in molti contesti legislativi. A ben vedere, la filosofia ha avuto la nobile intuizione di immaginare un criterio empatico che unisca tutti i viventi. L’anima è anzitutto pneuma, ovvero ciò che dà la vita ad un corpo, altrimenti morto. Il suo ritorno in questo mondo è una forma di perequazione, per usare un termine caro al diritto. Vegetali, animali, uomini: tutti accomunati da un comune sentire. Avvertire fame, caldo, freddo, dolore non è solo questione da umani. Se oggi anche una pianta viene annaffiata con acqua che abbia una temperatura adeguata a non farla raggelare o surriscaldare, forse lo dobbiamo proprio a questo straordinario punto di partenza che la cultura orfico-pitagorica ci ha offerto. Boccaccio e Keats raccontano una bellissima storia che congiunge uomini e piante. Isabella, promessa sposa di un ricco signore, s’innamora del giovane Lorenzo. Questi viene ucciso dai fratelli del suo futuro marito. Non le resta che custodire questo amore in una congiunzione psichica contenuta in un vaso. La testa del malcapitato Lorenzo è sotterrata sotto una piantina di basilico, che Isabella innaffia con le proprie lacrime, un macabro rituale che riporta ogni giorno alla vita il suo amato, attraverso delle foglie verdi ed aromatiche.
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Scheda del film
Regia
Warren Beatty
Titolo originale
Il paradiso può attendere
Altri titoli
Heaven can wait
Durata
101 min
Genere
Commedia, fantastico
Data di uscita
1978
Dettagli dell’opera
Titolo
Isabella e il vaso di basilico
Autore
William Holman Hunt
Tecnica
Olio su tela
Realizzata nel
1868
Ubicazione